Mi fermo sul piazzale antistante il bar nei pressi
dell’Abbazia di San Galgano; le maniche della giacca sono umide anzi bagnate
dalle tante gocce d’acqua che la fitta nebbia incontrata ha trasformato in
stato liquido.
L'umidità penetra le ossa, l’aria è densa e pesante.
Non si intravede neanche la sagoma della cattedrale senza
copertura, è avvolta dalla coltre grigia di una giornata che sin dall’inizio
non ha promesso niente di buono.
Un caffè bello scuro ed una lunga pausa al caldo del bar
prima che ... che tutto magicamente cambi velocemente.
Non è la prima volta che veniamo a San Galgano e conosciamo
abbastanza la zona ma … lì vicino c’è un piccolissimo borgo antico a noi
ancora sconosciuto; mi è già stato narrato da un amico.
Frosini ci accoglie con la nebbia fumante che sale veloce al
cielo per poi finalmente scomparire.
Nel contempo mentre passeggio per le vie sterrate del
borgo pensando all'edera rossa
lo sguardo focalizza un ricordo; una
scossa forte e decisa percorre il mio corpo … due curve, una grande emozione.
Le copiose piogge della settimana
hanno lasciato parecchi e marcati solchi; le ruscellanti acque sono corse
veloci ed il loro passaggio ha graffiato profondamente le strade.
Nei tratti in piano tantissime buche,
alcune richiuse prontamente con lo stabilizzato, tante altre invece piene e
colme d’acqua; le vedi tutte da lontano con le loro macchie scure che si evidenziano
dal resto delle strade, dalle bianche strade dell’Eroica.
Oggi l’elemento caratterizzante
il percorso e del quale francamente non ne sentiamo la mancanza è il grande
assente; la polvere infatti non compare mai seppur qualche tratta, alla fine
della giornata, si presenta con fondo ben asciutto.
Come quasi sempre l’idea nasce repentina
e quasi casuale; una telefonata ricevuta qualche giorno prima dall’amico Paolo;
fra le varie chiacchiere il desiderio/idea di un giro e … iniziamo intorno alle
9:00 il percorso poco prima di Castelnuovo Berardenga, è il punto più semplice
per chi come noi proviene da Est ovvero dall’Umbria.
Andamento lento e sguardo che,
seppur attento alle condizioni del manto stradale, è continuamente rapito dal
panorama, saliamo a nord via Pieveasciata e Vagliagli.
Giorgio con noi ... sempre
Alle porte di Radda giriamo a destra al bivio che contrariamente alla ns. direzione porta a Castellina per poi scendere sino a Poggibonsi il cui nome è ben visibile nel segnale stradale ... la
strada è la SS 429 ovvero “L'Università della piega” così la descriveva ...
Gaiole per la sosta caffè, altra
ovvia fermata nei pressi del Castello di Brolio ed ancora al leccio gigante; il
secondo passaggio a Pianella, Siena e Radi.
È arrivata l’ora del pranzo,
usciamo dal percorso ed una breve ma carina deviazione asfaltata ci conduce a
Ville di Corsano; come altre volte anche assieme ci fermiamo in un conosciuto
locale per assaggiare i gustosi pici fatti
a mano.
L’orario è tiranno e le ore di
luce sono poche; al bivio che sentenzia il percorso lungo da quello corto
svoltiamo in leggera ascesa a sinistra, il corto infatti è l’obbligata scelta;
Torre a Castello è la ns. uscita dal magico anello dell’Eroica.
Non siamo però dispiaciuti e/o
rammaricati, sapevamo già dall’inizio che sarebbe stata una Eroica corta;
l’importante infatti oggi come sempre è la qualità della moto gita; averla poi fatta
con gli amici più stretti ...
“ … e quì una sorgente d’acqua mirabile, infatti tutti i torrenti confluiscono dall’interno dè monti in un
unico luogo … e affiorano da una vasta fessura montana nel luogo chiamato
Stiffe. Questo corso d’acqua corrode rocce così scoscese da lungo tempo che la
caduta delle acque genera un suono terribile …”
Tratto da H.P. Fonticulano,
Bellum Braccianum Aquilae Gestum. L’Aquila metà del XV sec.
Una bella gita in moto ci porta
alla visita di questa meraviglia della natura, un percorso all’interno del
monte per circa 700 m
che ci mostra il tratto finale che un torrente percorre all’interno di una
cavità del suolo; difatti il termine tecnico più appropriato è “Risorgenza”
ovvero un corso d’acqua che fuoriesce da una cavità del suolo.
Seppur la portata è ancora minima,
rispetto a quella massima della stagione primaverile, l’acqua la fa da padrona
con cascate che si sprigionano dalle fessure sulle pareti di roccia, laghetti
nelle piccole cavità interne, il continuo ruscellamento della sua corsa verso
valle, verso l’uscita in uno spettacolo che ci godiamo appieno e … magia della
natura una sala in cui il silenzio è l’assoluto protagonista, l’acqua infatti
percorre un brevissimo tratto ancor più all’interno della roccia e come per
incanto sembra essere sparita, infatti il nostro udito e la nostra vista non
colgono più la sua presenza che invece lì vicino continua imperterrita nella
sua opera di modellazione; chissà quando il suo corso cambierà come si
presenterà la grotta ...
Stalattiti, Stalagmiti e varie formazioni adornano
l’interno delle sale in questo processo corrosivo che si protrae da
secoli e
secoli e continuerà ancora per chissà quanto tempo.
In compagnia di Romualdo, amico
di molte gite, mi concedo una gran bella giornata di moto; queste
infrasettimanali, senza tanta gente a giro, son proprio un gran bell’andare.
L’Abruzzo è la ns. meta, dopo una
mattina trascorsa per il trasferimento e la visita alle grotte, non senza aver
vissuto i primi segni della stagione invernale alle porte (nebbia e temperature anche di
solo 2°C),
saliamo con un bel sole ed aria gradevole a Campo Imperatore per il pranzo;
arrosticini e formaggio all’aperto in uno spiazzo fuori al rifugio quasi
deserto; nessuna altra moto, un silenzio, una tranquillità da godere assieme ai
soliti eccellenti panorami, con un cielo terzo di un azzurro pulito.
Parliamo di moto
ovviamente e dei progetti futuri insomma di noi.
La giornata prosegue inesorabile verso il
ritorno che è scandito dalle consuete soste al lago di Campotosto e
Castelluccio; curve che percorriamo in scioltezza con un’andatura costante,
senza strappi insomma una bella motorata di quelle che ringiovaniscono lsia ’animo
che la mente perché ... l’importante è vivere la passione … sempre.
Di seguito qualche scatto ulteriore delle grotte by Romualdo:
Tranquilli non mi riferisco ad
un evento sismico al largo della costa ravennate, solo il WE appena passato
con gli amici Paolo e Giovanna che stavolta, assieme alla terzogenita Chiara,
ci danno ospitalità nella loro casa al mare in quel di Marina Romea.
L’invito ricevuto non poteva di
certo rimanere insoddisfatto ed allora venerdì 17 (si dice che porta sfortuna)
nel tardo mattino il trasferimento; risaliamo la caldissima valle del Tevere
lungo la E45; la
sosta al monte Fumaiolo è tappa d’obbligo per sfuggire al sole rovente che
caratterizza questa estate italiana.
Visita alla sorgente del biondo
Tevere, gustosa pausa rinfrescante all’ombra del fitto bosco e planiamo nella
torrida calura pomeridiana del cesenate sino ad arrivare a destinazione.
Sorprendiamo i padroni di casa,
sdraiati nel giardino di casa, in un momento di relax e stavolta contrariamente
al solito il Paolo non fa in tempo a fotografare il ns. arrivo.
Serata di chiacchiere ed ottima
cena e non potrebbe essere altrimenti con la padrona di casa; consueto
parlottare di moto e programmi futuri e per finire cambio di programma del
giorno successivo: non più il giro sul delta del Po’, troppo caldo; ripieghiamo su una più salutare girata su per
il passi dell’Appennino.
Le signore avevano già deciso
che non sarebbero venute con noi, profittavano del tempo per 4 passi in
spiaggia ed una uscita in bici sulla pineta.
Presto di mattino, dopo la
gustosa colazione, ci mettiamo sulla strada: Faenza, Modigliana e Tredozio; all’improvviso
viene in mente una veloce visita a Ginoe su al suo Vulcanetto che è sempre un
bel posto da visitare.
Salutato l’amico Ginoe torniamo
dietro in paese a Tredozio ed ecco l’altra pensata: viriamo a sinistra per la sterrata
del Monte Tramazzo ovvero la Strada Provinciale 86 che sale dietro l’Agriturismo
Casa Ponte, già teatro di altre piacevoli soste ristoro.
La strada polverosa, non
potrebbe essere diversamente vista la siccità di questa stagione estiva, è piacevole
e non presenta particolari difficoltà nei sui circa 13 Km. di sviluppo; ci
fermiamo per delle riprese alternate ed ovviamente ci divertiamo come
ragazzini.
In cima al valico sulla
sinistra una strada non percorribile dai mezzi a motore mi attira ma la
segnaletica mi obbliga la discesa verso l’altra Provinciale, la n. 55 che ci
porta a San Benedetto in Alpe.
Attacchiamo quindi il
Muraglione, poche le moto e tanto il gusto di belle curve in sequenza; Paolo
dietro sembra voglia allenarsi al corso di guida che a breve lo vedrà
protagonista; alle volte gli occhi vanno verso lo specchietto per vederne le
“evoluzioni”.
Sosta ristoro da Giovannino su in
cima al passo, qualche foto, qualche impressione e qualche opinione sulle moto
lì ferme, molte degli aitanti smanettoni
che, seduti con le tute di pelle semicalzate, bevono per rinfrescarsi:
il gran caldo inizia infatti la sua comparsa.
Riprendiamo il ns. tragitto
diretti verso la Calla
e quindi dopo poca strada a scendere verso Firenze sulla SS 67 svoltiamo a
sinistra per il valico 3 Faggi ovvero, per la Strada Statale dei
Rabbi.
Arriviamo al bivio per
Fiumicello e Corniolo, un tempo strada sterrata ora invece depolverizzata;
parecchia la gente che si accaparra i tavoli sparsi all’interno del bosco; oggi
è pic-nic collettivo !!!
Arrivati a Corniolo saliamo
sino all’Alpen Bar dove, vista l’ora, ci gustiamo una buona piada con
prosciutto.
Anche qua sosta al fresco
dell’ombra della Foresta Casentinese e mentre parliamo ecco un’altra bella idea: un veloce rientro
per andare a trovare le signore al mare e quindi farci un bel bagno.
Santa Sofia, Meldola, Forlì e Ravenna, dove
profittiamo dello sconto carburante dell’ENI, scorrono lungo la strada del ns.
rientro a Marina Romea; ben presto siamo in spiaggia per immergerci nel caldo
mare: qualche tuffo, qualche bracciata e soprattutto parecchie risate
accompagnano il nostro bagno; rimaniamo sempre vicini, come gli inseparabili
bambini e/o ragazzini; un pò cresciuti e soprattutto ormai senza più capelli.
Stiamo a mollo parecchio ma non
ci perdiamo il magnifico tramonto sulla laguna posta sul retro di Marina Romea,
son solo 2 passi dalla casa di Paolo e lo spettacolo è a dir poco sublime.
Serata da gran signori; pesce
per cena e girata notturna finale per le bancarelle del mercatino ma la
stanchezza ha il sopravvento e ben presto rientriamo per una dormita
ristoratrice.
Risveglio mattutino con
passeggiata sul bagnasciuga che anticipa una colazione dall’ora tardiva ma non
per questo meno importante del solito; del resto con Giovanna il cibo è una
garanzia sia per qualità che per quantità.
E non poteva essere da meno il
pranzo di pesce della domenica, roba da gran signori anzi da grandi DF:
spaghetti alle vongole, grigliata con sarago, coda di rospo e spiedini di
gamberetti … insomma un pranzo coi baffi che ci regalano i ns. amici; pensavo
di esser invitato ad una festa … o forse era una festa !!!
Rientriamo nelle ore più calde
del pomeriggio, a casa abbiamo impegni non rinviabili, l’aria è calda e
arrivano folate di vento che sembra ardere sulle guancie ben esposte dal casco
modulare aperto ma … è lo stesso calore della gratitudine che serbiamo per i
cari amici che ci hanno ospitato …
Un WE bellissimo, tremendamente
magnifico, proprio un travolgente MareMoto !
Quale migliore destinazione per il classico "Camaldoli Agostano", girello ideato da Paolo a zonzo per il Casentino, stavolta
poi leggermente in anticipo rispetto al solito ferragosto, se non il fresco
delle foreste e delle alture ?
San Piero in Bagno è ormai il fisso luogo di
appuntamento; mattino presto per scongiurare temperature africane che in questa estate rovente hanno imprigionato l’italico suolo in una morsa opprimente;
stavolta poi andiamo non per il solito percorso (Passo della Calla) ma …
... sfiliamo il Passo Mandrioli ed in successione il Fangacci
per essere presto all’Eremo; sosta veloce ed il pensiero corre agli anni precedenti
con momenti che tornano in mente.
Un tuffo nella valle del casentino sino a Ponte a Poppi dove attacchiamo il
Pratomagno via Quota, splendido borgho montano.
La sterrata è facile, larga ed abbastanza comoda; ogni tanto
qualche tratto con ciottoli più smossi costringe a qualche zig zag ma
l’andatura turistica consente una salita agevole con Scottona che, in
lontananza a scongiurare la polvere sollevata dall’aitante Amelia, compare
sempre negli specchietti.
Al bivio per la croce di Pratomagno o Secchieta il grazioso
chalet-ristorante "Da Giocondo" ci accoglie per un buon caffè e dei dolcetti che, la sempre sapiente,
Giovanna ci offre per la gioia del ns. palato.
Profitto di un colpo di fortuna che mi regala 2 cinghiali in bella mostra:
Quello grigio nero leggermente più attempato, di un puzzo !!!
Riprendiamo il ns. percorso sul crinale del Pratomagno senza curarci della croce sino
a Montemignaio dove, poco dopo 3 grosse pale eoliche ed un centro destinato a
ripetitori di frequenze radio-televisive, finisce la sterrata.
Parco Eolico di Montemignaio
Cima Ovest del Pratomagno
Alla ns. destra è scorso tutto il Casentino con la sue
foreste in bella evidenza; a sinistra invece il Valdarno.
E’ arrivata l’ora di pensare al pranzo e cosa meglio della
schiacciata della Consuma con prosciutto crudo casentinese, anticipata dalla
schiacciatina alla cipolla ?
Forse il modo di gustarla e difatti non sostiamo al parcheggio
dello chalet sul passo ma scendiamo all’interno della foresta di Vallombrosa dove, seduti ad un tavolo al fresco dell’ombra della fitta vegetazione, consumiamo il prelibato pasto.
Un clima da far invidia e ci tratteniamo a lungo con il solo
intermezzo di una fugace visita al Santuario dell’omonima località.
Santuario di Vallombrosa
Il caldo però ci riporta ben presto al tavolo prima
abbandonato per una ulteriore sosta condita da racconti, prossimi appuntamenti,
aspettative e speranze.
Gran bella cosa poter stare con persone Amiche.
"Oscar basta fotografarmi" (Giovanna docet)
Ma come spesso accade la piacevole frequentazione ed il divertimento
hanno tempi veloci ed ecco che come sempre arriva l’ora di ripartire:
scendiamo sino a Stia dove
salutiamo gli amici diretti a Forli, via Passo della Calla, che poi dovranno raggiungere
Marina Romea, noi invece scorriamo tutta la valle del Casentino per
aggirare Arezzo ad ovest e rientrare via Scopetone in Umbria ovvero a casa.
Un Camaldoli tutto diverso dalle passate edizioni, almeno
alle 4 precedenti che hanno visto la mia partecipazione; un Camaldoli bellissimo
e probabilmente un Camaldoli unico come unica è l’Amicizia per Paolo e
Giovanna.
In questi giorni di gran calura estiva girellare in moto non è proprio il massimo, specie per quelli che amano il fresco del nord.
Come poter combinare un incontro fra amici se non iniziando presto la giornata al punto che l’appuntamento, fissato al Valico del Carnaio per le 8:15, è addirittura anticipato di circa 15 minuti: alle 8:00 eravamo già ambedue pronti a partire in direzione Santa Sofia.
Tutto è stato studiato per stare al fresco il più possibile e l’appuntamento con “Caronte”, così battezzata la seconda ondata di caldo torrido africano (prima Scipione), è stabilito a Bagno di Romagna dove entrambi, felici della mezza giornata passata assieme, abbiamo ripreso la E45, in opposte direzioni, per poter tornare alle rispettive fresche dimore.
Davanti al bar del Carnaio (Casa Gamberini), luogo di altri piacevoli incontri estivi anche con altri amici, scambiamo i saluti e le prime impressioni su “Scottona”, la F800 GS del Satanasso, che è bella davvero; la livrea dell’edizione Trofeo (Trofy) dona quel pizzico di fascino estetico che la rende veramente interessante, alta, snella, possente e sbarazzina insomma una bella moto che l'apprezzamento di tanti motociclisti la stanno premiando costantemente.
La giornata è serena e la temperatura a quest’ora è gradevole al punto che indosso l’antivento (lo toglierò alla Consuma) a corredo della giacca estiva traforata; sotto solo una maglietta tecnica a maniche corte; pantaloni traforati e scarpe estive da moto completano l’abbigliamento assieme al casco ed i guanti ovviamente estivi.
Il giro è tutto verso Ovest e quindi riscendiamo tramite la S.P.26 a Santa Sofia per proseguire verso Corniolo dove attacchiamo il Passo della Calla (S.P. 310).
La foresta Casentinese nei pressi di Campigna è tutta un’ombra e pochi raggi di sole filtrano fra gli alti tronchi dalle esigue chiome, le lente scura del parasole del casco non può essere utilizzata se si vuol scorgere bene la strada.
All’Alpen Bar sosta caffè per me e thè per Paolo; seduti ad un tavolo siamo i soli motociclisti vista l’ora; qualche battuta ancora e ripartiamo per scalare il valico, in cima foto d’ordinanza al cartello del passo e proseguiamo sino a Stia.
Prima dell’ingresso al centro abitato svoltiamo a destra (S.P. 556) per il Valico Croce a Mori e via Londa sbuchiamo a Dicomano; anche in questo caso prima del centro abitato vero e proprio svoltiamo a sinistra (S.S. 67) direzione Pontassieve, ma dopo poco, appena fuori Scopeti, giriamo ancora a sinistra (S.P. 91) per Pomino e quindi Borselli dove incrociamo la S.P. 70 della Consuma.
La strada verso il Passo della Consuma, contrariamente a quanto trovato sino ad ora, inizia a farsi trafficata da moto ed auto; nella mia mente, visto l’anticipo rispetto all’orario pensato, viene l’idea di far una veloce visita a Vallombrosa.
Giunto all’incrocio sulla destra della salita, mentre mi appresto ad inserire la freccia, una poliziotta provinciale alza la paletta e mi ferma.
Mai successo in moto in questi anni e praticamente son stupito; un controllo veloce ai documenti con anche quelli di Paolo che si è fermato con me e tutto è a posto; l’idea non viene dimenticata anzi, prende corpo.
Paolo approva ed andiamo quindi a Vallombrosa con l’intenzione di tornarci con Giovanna e Marinella per un pic-nic al fresco della fitta foresta.
Alla Consuma la sosta spuntino, alla baita al passo, è tappa d’obbligo: schiacciata con prosciutto e della semplice acqua minerale naturale.
Seduti al tavolo fuori all’ombra, parecchie le moto che vengono a vanno; ancora chiacchiere di moto (Ducati e Bmw), di progetti futuri, di vita ed anche dei prossimi incontri fra noi.
Quando rientriamo all’interno per il caffè una lunga fila si è formata per la schiacciata che quassù è di un buono notevole.
Ripartiamo scendendo sino a Poppi dove, poco dopo la zona industriale dell’omonima cittadina, a sinistra prendiamo al S.P. 66 per Soci e quindi ancora a sinistra (S.P. 71) direzione Badia Prataglia ed ancora più su al Passo dei Mandrioli dove facciamo un’altra sosta foto, l’ultima della splendida giornata.
Fra tutto il girellare ed il parlare quando riscendiamo verso Bagno di Romagna torna prepotente in mente l’impegno con “Caronte”, mi ero quasi dimenticato ma … l’aria calda ed arsa che mi si para davanti al viso mi ricorda dell’appuntamento: sono le 13:30, in leggerissimo ritardo rispetto a quanto pensato, quando imbocco la E45 in direzione Sud; Paolo mi scorre a sinistra e tira dritto per la corsia Nord; alzo la mano in cenno di saluto e di arrivederci alla prossima “zingarata”.
All’inizio dell’estate sulla Piana di Castelluccio la natura regala un tripudio ed una moltitudine di colori: "la fiorita" con il giallo delle lenticchie, il
rosso del papavero e l’azzurro dei fiordalisi che compongono un paesaggio unico ed
inebriante; una tavolozza di colori solo per citare quelli più marcatamente visibili.
L’evento normalmente ha il proprio culmine fra
giugno e luglio e raramente si possono ammirare tutti e tre i colori insieme.
Infatti se la maturazione delle lenticchie è in ritardo,
magari la stagione invernale si è protratta più a lungo, si può aver la fortuna di assistere al color giallo, magari calante, nelle sue forme rettangolari dei campi
coltivati con sprazzi di rosso ed azzurro che invece, di norma, fuoriescono
prorompenti alla fine.
Oggi, domenica 17 giugno 2012, abbiamo voluto regalare dei
fiori a Regina; non è il culmine della fiorita, anzi siamo in anticipo come ci ricorda, in lontananza da Forca Canapine,
il colore giallo appena accennato.
Tanta però la voglia di respirare l’aria fresca
della piana, tanta la voglia di un bel giro con la ns. amata; tanta la voglia
di ammirare “Regina di fiori”
Quale miglior occasione per rivedere “vecchie” volpi e
conoscerne di “nuove” se non un girello a metà distanza delle rispettive dimore
?
Ed anche questa volta grazie all’apporto della moto che
accomuna e catalizza come forse nessun’altra passione eccoci a vivere una
bellissima giornata; complice il web combiniamo un incontro.
Le strade sono straconosciute ma la passione e la voglia di
girare, specie profittando della nuova compagnia di Andrea ed Elisabetta da
Firenze fanno sembrare tutto nuovo ed inesplorato.
Grazie alla tribù con a capo Paolo alias DF stavolta
coadiuvato dalla mitica Giovanna; Romualdo e dal sottoscritto assieme a
Marinella ci siamo regalati una stupenda giornata che ci ha visto transitare da
San Piero in Bagno (punto di ritrovo) per Alfero, per la sommità del Monte
Fumaiolo e poi Balze, Valdazze, Pieve Santo Stefano, il valico dello Spino e
quindi Chiusi della Verna.
Ancora avanti, via Biforco, per Badia Prataglia e poi ancora
per il paesino di Camandoli dove il sapiente Romualdo ci ha portato ad ammirare il Castagno Miraglia, longevo sicuramente oltre 300 anni (si stima siano forse dai 400 ai
500).
Incredibile l’imponenza del tronco spaccato, sembra un
monolocale !!!
Ovvio che con cosi tante curve e strade bellissime anche lo
stomaco ha reclamato la sua parte ed allora fermata ristoro al paese di
Camandoli.
Affettati, formaggi, pasta asciutta, dolce (deliziosa la
crostata di albicocche) ed infine caffè allentano, di molto, la morsa della
fame.
Dopo aver fatto miglior conoscenza e scambiato 4 ed ancora 4
chiacchiere a tavola via con le nostre amate moto sù all’Eremo e poi ancora giù
via Lonnano sino a Stia ed ancora sù per il Passo della Calla, splendido come
sempre, con un marcato profumo di bosco inebriante.
Tante le moto incrociate, tanti i saluti mostrati e
ricambiati.
La gita inizia purtroppo il suo termine a Corniolo dove
salutiamo Andrea e d Elisabetta, tramite
Fiumicello e poi San Godenzo (sotto al Muraglione) rientreranno a Firenze.
Altra rullata di titoli di coda è a Santa Sofia dove
salutiamo Paolo e Giovanna diretti a nord via Galeata a San Lazzaro di Savena.
Rimaniamo io Marinella e Romualdo che valichiamo il Carnaio
e riprendiamo la dissestata E45 a San
Piero in Bagno per rientrare a casa.