San Leo (RN) - Maggio 2015

San Leo (RN) - Maggio 2015

venerdì 13 giugno 2014

Norge 2014 "The Only Return" (part one)






Nordkapp, la mia terza volta nelle lontane terre del Nord, la seconda con l'Amico Paolo, la prima e probabilmente l'unica con "Regina" (100 PD) accompagnata, per l'occasione, da "La  Preferita" (80 GS Basic).
Un viaggio "The only return" perché resterà irripetibile così che, il suo sapore, sarà un'indelebile ricordo nel segno passato, presente e futuro dell'Amicizia.
                                                   

I protagonisti:
Ci siamo conosciuti nell’aprile del 2008; rotto il ghiaccio il passo per una frequentazione costante è stato veloce e coinvolgente. Nell’occasione del primo incontro, feci anche la conoscenza di Giorgio, ora purtroppo non più con noi.
Seppur il tempo trascorso assieme è stato breve, l’intensità e l’empatia creatasi ha determinato una frequentazione che ha oltrepassato la semplice compagnia e che si è collocata fin da subito nell’Amicizia vera, candida, pulita, incondizionata.
Indimenticabili le sensazioni di noi 3:

Oscar  50 anni, di Perugia, geometra, appassionato del boxer Bmw e del Nord.

Paolo  (Paolo2145) 69 anni, di Bologna, odontoiatra, appassionato di moto e viaggi, grande esperto della Norvegia, amante della regione Lappone e della Scandinavia in genere.

Giorgio (Alp_3225) 1961-2011 Amico ... per sempre.

Perché il viaggio:
Nel giugno 2012, in occasione dell’acquisto della Bmw R80GS Basic, al momento delle firme per il passaggio di proprietà, dissi all’amico Paolo (venditore) che in qualsiasi momento poteva ricondurre la sua moto, la sua “Preferita”, bastava soltanto manifestarne l’intenzione; Paolo rimase sorpreso della mia “offerta” e non nascose un certo piacere.
Nel corso dell’estate seguente ci incontrammo più volte e spesso invitai Paolo a condurre la “Preferita”; lui scelse sempre di declinare l’invito ma un bel giorno, di settembre, gli dissi: Paolo, mi piacerebbe portare entrambe le moto obso a Nordkapp; per Regina sarebbe senz’altro la prima volta, per la Basic invece sarebbe un gradito ritorno; che ne pensi di condurre tu la Preferita fin lassù ?
Paolo vinse qualsiasi reticenza e non esitò ad accettare l’invito.
Assieme, ragionando in funzione ai programmi che entrambi avevamo in essere per l’immediato futuro, decidemmo che la stagione più propizia fosse il 2014.
L’antefatto riservò il consueto malinconico pensiero rivolto all’Amico Giorgio; portare Regina a Nordkapp assegnò subito un valore sentimentale al viaggio: gli amici che conducono la sua “Regina” nel punto ove in occasione di Norge 2011 attaccammo una certa figurina, addirittura assieme alla “Preferita”.
Le moto si erano già incontrate e “conosciute”, per volontà di Giorgio, una prima volta nel dicembre 2010 alla Raticosa; era infatti stato Paolo l’artefice dell’acquisto, da parte di Giorgio, della 100PD.
Deciso il periodo, seppur ancora molto in anticipo rispetto all’evento, era infatti l'autunno del 2012; iniziammo a parlare sulle necessità per organizzare bene il viaggio, su come affrontare il trasferimento in auto con il carrello, sul percorso/itinerario da seguire, sulle mete fissate da raggiungere, sulla ripartizione delle spese; insomma, iniziammo a pianificare vivendo, inconsapevolmente, fin da subito il ns. viaggio.
L’attesa crescente era man mano stemperata da periodiche uscite in moto a breve raggio, da numerose videochiamate serali e da incontri con le rispettive consorti che univano e cementavano sempre più la ns. Amicizia, non ultima anche qualche visita al giaciglio del nostro caro Amico Giorgio.
Arrivammo così a pochi giorni precedenti la partenza, con le ultime cose da fare e sbrigare, con gli aggiornamenti che ci scambiavamo in continuo; insomma con tutta la bellissima fase di pre-partenza che ogni viaggio dona ai protagonisti.

Le moto del viaggio:
  • Bmw R 100 GS Paris Dakar "Regina"  alla partenza Km. 93.142    

  • Bmw R 80 GS Basic "Preferita"  alla partenza Km. 60.846               

Interventi su entrambe le moto prima della partenza:
  • Tagliando manutenzione (Olii, filtri, candele, registrazione valvole e controlli vari);
  • Batteria nuova a doppio spessore (Fiamm 12 V - 30 Ampere);
  • Pneumatici nuovi Metzeler Tourance (Ant. 90/90 R21 54H – Post. 130/80 R17 65H);

Bagaglio 100 PD: 
Valigia alu destra: alimenti (tonno e sgombro in scatola, marmellate, condimenti, spesa giornaliera).
Valigia alu sinistra: alimenti (pasta), antipioggia, abbigliamento/indumenti di ricambio, cartella dei documenti, ricambistica moto (rotore con estrattore, piastra diodi, centralina accensione  regolatore di tensione, cavo candela, n. 2 guarnizioni vaschette carburatori).
Sacca impermeabile: abbigliamento moto e camping, sacco letto, sacco bagno, scarpe etc.
Pozzetto serbatoio: action cam, macchina fotografica, batterie di scorta, block notes.

Bagaglio “Basic” 

Valigia destra: antipioggia, popote, sacco bagno, computer, caricabatterie vari.
Valigia sinistra: medicinali, cartine geografiche, nastro americano, compressore.
Sacca a rotolo: abbigliamento moto e camping, scarpe.
Sacchetto a rotolo: sacco letto, telo bagno, etc.
Borsa serbatoio: action cam, macchina fotografica, occhiali, cartina del giorno.

Attrezzi e materiali 100 PD:
Cassetta sottosella:
Lampada anteriore H4 n. 2
Lampada indicatore di direzione n. 2
Lampada faro posteriore n. 2
Cinte moto per traghettamento
Imbuto pieghevole per rabbocco olio
Rotolino pellicola trasparente
Attacco 90° valvola pneumatico post.
Pinza + Coltellino
Nastro americano rotolino stretto
Chiave brugola Beta mm. 5
Chiave brugola Beta mm. 6
Tubo gomma prelievo carburante
Contenitore esterno su valigia alu sinistra:
Kit antiforatura n. 1
Viteria e bulloneria vario diametro
Fascette plastica varie dimensioni
Fascette acciaio varie dimensioni
Filo di ferro
Guanti monouso n. 4
Candele n. 2
Lattina esterna su valigia alu destra:
Olio motore 20W50 Kg. 1,5

Attrezzi e materiali 80 GS Basic:
Cassetta sottosella:
Kit antiforatura n. 1
Set originale attrezzi Bmw
Stracci protettivi selle per traghettamenti

Viaggio progettato in via preliminare:
  • Trasferimento in auto e moto su carrello sino al camping di FrederiKshavn (DK)
  • Traghetto Stena Line tratta FrederiKshavn (DK) - Gotebog (S)
  • Itinerario per circa 6500 Km. (dettaglio percorso effettivo su report di singola tappa)
  • Traghetto Fjordline tratta  Kristiandsand (N) - Hirtshals (DK)
  • Rientro al camping di FrederiKshavn (DK)
  • Rientro a casa in auto con moto trasportate su carrello

Mete di viaggio:
  1. Grense Jakobselv, avamposto a confine con la Russia nel comune di Sor-Varanger;
  2. Gamvik, minuscolo porticciolo sulla parte est della penisola di NordKyn;
  3. Nordkapp, il mappamondo sulla scogliera dell’isola di Mageroya nel Finnmark;

Giornata tipo:
  • Sveglia di buon ora (circa ore 6:00), necessità fisiologiche, colazione (pane, marmellata, biscotti secchi, thè e/o karkadè), collocazione bagagli; partenza della tappa entro le ore 7:15;
  • Metà mattina, intorno alle 10:30, 2à colazione in caffetteria (caffè caldo) di stazione servizio (rifornimento);
  • Metà giornata spesa al supermercato per il pranzo (ore 13:00 circa), da consumarsi preferibilmente lungo strada (formaggio, frutta, yogurt); acquisto pane e quant’altro per la cena e la colazione della mattina successiva;
  • Metà pomeriggio, circa le 16:30, sosta gelato e/o muffy in caffetteria di stazione servizio (rifornimento);
  • Alloggio in camping (Hytter con servizi) intorno alle 19:00;
  • Avviso via sms di fine tappa alle rispettive famiglie;
  • Doccia rigeneratrice;
  • Cena autogestita intorno alle 20:30 (pasta asciutta, un secondo piatto alternato fra salumi, tonno e/o sgombro in scatola);
  • Videochiamata e/o telefonata alla famiglia;
  • Camminata di circa 30/40 minuti nei pressi del Camping con scambio impressioni viaggio;
  • Salvataggio delle foto e filmati eseguiti in giornata su memoria esterna;
  • Qualche notizia pubblicata nel forum frequentato;
  • Verifica condizioni meteo per l’indomani e scelta/conferma itinerario;
  • Nanna intorno alle 23:30 in maniera da essere riposati per l’indomani mattina;

Report di viaggio

Fatti, accadimenti ed il destino hanno scritto una trama e sopratutto un itinerario leggermente diverso da quello immaginato e pensato per il ns. viaggio.
Forse e' stato un bene che le prime due mete, ubicate nell'estrema Lapponia, non sono state raggiunte; credo anche, oggi che il viaggio si è concluso, che Giorgio da lassù ci ha guidati a lui rasserenando la ns. strada che è stata una gran bella strada senza quasi mai pioggia. 

Il racconto che segue è una semplice esposizione cronologica degli avvenimenti del viaggio per come si sono svolti, per come si sono presentati ed evoluti e per come sono stati affrontati.
Non nascondo le sensazioni provate anche profonde e personali, senza tacere su nulla affinché il lettore comprenda per davvero chi realmente è colui che narra.

Nordkapp 03/06/2014 (ore 23.43)



Mercoledì 28 maggio 2014 - Alle ore 12:30, usufruendo di un permesso, esco dal lavoro, ho infatti appuntamento con Paolo a casa mia alle 13:00 per uno pranzo veloce, il caricamento delle moto sul carrello e quindi il trasferimento a San Lazzaro di Savena (BO) dove lui risiede e da dove l'indomani mattina avrebbe avuto inizio il ns. viaggio.
Puntuale Paolo accompagnato da sua moglie Giovanna poco dopo le 13:00 arriva a casa mia; saluti e sorrisi celano quell'alone di malinconia dovuto al fatto che da li a poco lascerò per 15/16 giorni la mia famiglia; Marinella come al solito capisce tutto e sdrammatizza la situazione aiutandomi a superare il momento.
E' stato infatti facile pensare al viaggio, addirittura semplice programmare il tutto ma quando sei li per partire realizzi appieno che stai per lasciare gli affetti della tua vita ed allora capisci quanto sia prezioso quello che ti circonda tutti i giorni. 
Il pasto veloce viene consumato "allegramente" ed alle 14:15 siamo già fuori  per le operazioni di carico delle moto.
Ben 2 volte la rampa di salita delle moto esce purtroppo dai supporti, forse incautamente troppo lubrificati dall'amico Paolo, i risultati non son certo incoraggiati: filo luci targa tranciato ed il supporto della luce di destra, sempre della targa, divelto.
Iniziamo subito con un danno ma è talmente forte l'attesa di partire e la voglia della ns. "avventura" che prendiamo l'accaduto scherzandoci sopra.
Alle 15:15, non appena legate le due moto siamo in procinto per partire; il saluto ai cari e l'abbraccio a mia moglie Marinella ed a mia figlia Giulia sono l'arrivederci alle donne della mia vita; Gigi il mio fido boxer mi si para davanti, ha capito tutto e la sua leccata è grande.
Il pomeriggio è caldo ma ancora sopportabile con i suoi 26°C ed in poco più di 3 ore siamo a destinazione; in una rotonda, presa ad andatura brillante, appena fuori della A14, La 100PD piega verso l'interno ed il suo paramani striscia leggermente l'unghia del Basic  segnado un certo "solco". Appena fermi ci rendiamo conto di aver legato male le moto ovvero sugli scossoni della E45 le cinte di rinforzo posteriori sono uscite dai rispettivi ganci e non tengono più schiacciate al pianale le 2 moto.
Provvedo più tardi, una volta raggiunta casa di Paolo, a bloccarle meglio con del nastro americano mentre il compagno di viaggio sistema in auto il proprio bagaglio.
La serata scorre anch'essa veloce e praticamente alle 10:00 sono già a letto, l'indomani mattina infatti la sveglia punta le 4:15 in quanto il programma prevede la partenza alle 5:00. Riesco a dormicchiare ma non tutta la notte, per meglio dire faccio pisoli di durata variabile e la mente inizia a percorrere il viaggio auspicando tutto il bene possibile.




Giovedì 29 maggio 2014 - Puntuali come sempre, quindi in anticipo di 15 minuti ci troviamo tutti e due alzati in corridoio per raggiungere il bagno.
Colazione alla grande, ultime cose da predisporre e dopo aver salutata la padrona di casa alle 4:55 siamo in movimento; la destinazione è un campeggio ubicato a Frederikshavn (DK) dove lasceremo l'auto ed il carrello; l'indomani alle 14:00 un traghetto della Stena Line ci condurrà a Goteborg (S).
La mattina è fresca e serena, poco traffico sulla A22 e praticamente ci troviamo a Trento senza quasi essercene accorti. Decidiamo che è ora di un caffè e poco più avanti all'area di servizio Paganella Est profittiamo anche dei servizi per i nostri fabbisogni fisiologici.
In auto abbiamo infatti 3 l di acqua minerale a testa in previsione che la 24 ore di trasferimento in auto metta a dura prova la sete.
L'idea infatti, per ottimizzare i tempi, è quella di percorrere i 1850 Km. che separano Bologna da Frederikshavn tutti in una tirata alternandoci alla guida dell'auto.
Rientrato in auto e ceduta la guida a Paolo, dopo qualche Km. il mio sguardo è attirato dal Basic, che non ha per motivi di spazio trasversale la valigia destra montata; avevamo infatti deciso che sarebbe stata l'unica stivata in auto mentre le altre erano fissate alle moto.
Non la vedo in abitacolo e son certo di non averla vista la sera prima in bagagliaio, infatti lì avevo messo tutto il mio di bagaglio; chiedo a Paolo dove ha messo la valigia destra del Basic e lui mi risponde di averla caricata o meglio son sicuro di aver preso tutto o … no !!! "E' rimasta in garage" sentenzia.
Gli chiedo cosa contenesse: set cucina ed altri effetti personali inoltre, non avendo un contenitore adeguato, abbiamo subito scartato l'idea di ricomprare tutto l'occorrente in Danimarca.
Uno sguardo di intesa e la decisione fulminea: usciamo alla prima  occasione, parcheggiamo il carrello e torniamo a Bologna  per riprendere il bagaglio. 
Maturiamo subito la convinzione che se il tempo non consentirà la partenza per come previsto sfrutteremo il giorno di riserva che ci eravamo dati.
Nel contempo raggiungiamo l'uscita di Egna-Ora ed al distribuitore carburanti Eni della frazione di La Villa chiediamo al titolare la possibilità di lasciare il carrello con sopra le 2 moto per circa 6/7 ore.
Sono esattamente le 9:45 quando la Golf imbocca di nuovo la A22 del Brennero direzione Modena e solo allora realizzo il rischio che sto correndo: un carrello con sopra le mie 2 belle moto  pronto da agganciare e portare via; il distributore infatti alle 13:30 chiude e riapre alle 15:30 e il tutto rimarrà incustodito;  il solo pensiero mi far star così male che fuggo dal pensarci cercando di ascoltare della musica; niente, il tarlo ormai sei era impossessato della mia mente. Sino le 14:25 quando eravamo di nuovo al cospetto delle moto il mio cuore è stato in sofferenza ed il timore è stato grande.
Le moto erano lì come le avevamo lasciate, incustodite ma semplicemente in attesa di essere da noi riprese: "Perdonatemi" dico alle mie moto carezzandole.
In precedenza alle 12:00 eravamo a San Lazzaro di Savena per caricare la valigia destra del Basic. Accumuliamo in totale 6 ore di ritardo, praticamente quasi tutto lo spazio temporale che ci erano presi come riserva per eventuali contrattempi  (traffico e/o accadimenti vari).
Il viaggio era appena iniziato ed avevamo già marcato un paio di autogol clamorosi; a pensare poi che ci ritenevamo ormai esperti e veterani …
Il resto della giornata è un susseguirsi di calcoli sull'orario effettivo presunto del ns. arrivo a FrederiKshavn. In Austria, precisamente al Fern-Pass, approfittiamo del prezzo "vantaggioso" del carburante per un bel pieno all'auto e sopratutto alle moto, sono le 17:30 e poco dopo imbocchiamo la Autostada 7 per Flensburg e quindi la Danimarca.
La giornata praticamente non termina, fedeli al ns. programma tiriamo avanti speranzosi che comunque il ritardo accumulato non alteri il programma; confidiamo infatti , aumentando l'andatura, di arrivare entro un orario consono per poter prendere comunque il traghetto preventivato.
La sera cala inesorabile sulla strada ed il buio nero di una notte senza luna accompagna la ns. andatura in una autostrada a tratti deserta.






Venerdì 30 maggio 2014 - Alcune soste per i cambi guida sono state eliminate, teniamo un ritmo alto per un'auto con carrello ma sempre nei limiti della sicurezza, almeno per quello che noi riteniamo fosse la ns. sicurezza.  Alle 3:15 siamo  ad Amburgo, tratto temuto perché sempre pieno di traffico, in quest'occasione il tunnel sotto il fiume Elba è quasi deserto ed il passaggio è pertanto facilitato; capiamo che con altre 6 ore circa di viaggio saremo a Frederikshavn in tempo per fare tutto il necessario e prendere il traghetto.
Intanto con Paolo alla guida provo a fare un pisolo; macché, non riesco a chiuder occhio, ho quasi il timore che se non sto attento alla strada possa succeder qualcosa, quasi un senso  di "sfiducia" nei confronti di Paolo che spero perdonerà questa mia confessione; insomma un brutto pensiero che scaccio via scherzando con l'amico alla guida.
Il mattino è sereno ed alle 8:00, in corrispondenza dell'ultima sosta eseguita a circa 150 km. dall'arrivo devo correre al bagno pubblico dell'area; chissà forse la tensione e lo stress della notte, forse il rilassamento per l'obiettivo parziale a portata di mano, insomma …
Alle 9:45 siamo all'ingresso del camping e dopo aver espletato tutte le operazioni di registrazione, pagato il compenso (500 Corone Danesi equivalenti a € 66,60), scaricato le moto, fatto la doccia, eseguita la vestizione, insomma tutto quanto necessario partiamo alle 12:45 per il ns. viaggio.
Paolo sono 2 anni che non guida più la Basic e l'approccio è quasi da incubo: "Non frena niente" esclama dal casco aperto quando l'affianco chiedendo cosa ci fosse che non andasse; ormai si è abituato alle moderne e riprendere subito confidenza con il 2 valvole non è stato facile, così mi ha poi confessato.
Facciamo un girello scaldaolio nei dintorni vista anche l'esigua distanza fra il campeggio ed il terminal del porto.
Alle 13:35 ci fanno imbarcare e puntuale alle 14:00 la nave salpa per la Svezia.
Il traghettamento è lento, infatti la grossa nave non è affatto veloce ed impiega più di 3 ore per un tratto di mare corto, ma questo è.
All'ingresso del porto di Goteborg transitiamo sotto un grande ponte e lambiamo la città per un bel tratto; il cielo è sereno e le operazioni di sbarco sono semplici e veloci.
Alle 17:30 inizia il ns. itinerario nella penisola scandinava e la destinazione pensata è un campeggio nei pressi di Vanersborg lungo la E45 in maniera che l'indomani mattina la  partenza per la prima tappa di risalita della Svezia sia propizia per fare parecchi Km.
All'Ursand Camping di Vanersborg, essendo venerdì sera, è praticamente quasi tutto pieno e la Hytter che troviamo non ha i servizi; pazienza del resto a noi piace anche la sistemazione spartana anche se onestamente almeno l'acqua corrente nella casetta in legno è sempre cosa gradita.
E' anche la prima sera in cui dovrò cucinare, attività questa a me riservata; me la cavo abbastanza a sentire Paolo che si complimenta per l'ottima pasta asciutta che preparo.
Serata tranquilla e coricamento a letto sul presto; la stanchezza accumulata dalla no-stop autostradale tedesca si fa sentire ed è bene profittare per un bel riposo vista anche la  giornata pensata che segue.
Ovviamente teniamo contatti con le rispettive famiglie e qualche sms agli amici e conoscenti più cari.
La tappa odierna in moto evidenzia una percorrenza di "soli" Km. 109.






Sabato 31 maggio 2014 - La pioggia, prevista a centro Svezia, non tarda a fare la sua comparsa lungo la ns. strada e poco dopo Oje il cielo sempre più scuro e minaccioso ci consiglia la vestizione adeguata che terremo tutto il giorno pur ricevendo dal cielo solo una leggera pioggerellina intorno a Mora e di relativamente breve durata, ovvero 2 ore circa.
La partenza,  come ns. solito di mattina presto, avviene alle ore 6:45 su una deserta E45.
Poco prima dell'abitato di Mora ovvero nelle immediate vicinanze della periferia sud della città, 3/4 auto ferme sulla destra a margine strada e qualche persona armata di macchina fotografica attira la ns. attenzione; non realizzo subito cosa ci fosse per concentrare tanta attenzione e mi fermo comunque.
Una rapida occhiata a 360° e sulla sinistra dietro a me a circa 100 metri un'alce femmina è ferma in posa; strano che un animale che scappa alla sola vista dell'uomo stia fermo a scrutare le ns. intenzioni.
Chissà forse è attirata da un qualcosa,  infatti china spesso il capo a terra ma dal ciglio stradale non riesco a vedere su cosa e quindi a spiegarmi cosa.
Cerco di non perdere l'attimo e svelto prendo la mia Lumix; riesco a scattare 4 foto ma solo una risulta "accettabile", le altre infatti mettono in risalto i limiti dello zoom della macchinetta. Pazienza mi dico, già il fatto di averla fotografata è un successo.
Nel frattempo le sparute persone son già ripartite e l'alce scappa nella limitrofa boscaglia.
La giornata prosegue con la tappa di trasferimento verso la E4 ovvero la strada costiera che corre lungo il Mar Baltico; è un tratto che io non ho mai percorso; Paolo mi ha rappresentato che ha il limite fissato a 110 Km/h  e permette una veloce risalita verso nord.
Inoltre la E45 era già stata teatro degli altri 2 precedenti itinerari scandinavi e vedere qualcosa di diverso, anche se solo in trasferimento, alimenta in me una certa curiosità.
All'altezza all'incirca di Tandsjoborg svoltiamo su una strada secondaria a destra in direzione Ljusdal e poi ancora verso Hudiksvall; lungo queste strade ci imbattiamo in qualche tratto sterrato talmente liscio e ben tenuto che all'inizio ho pensato ad un colore diverso dello strato bituminoso.
Una volta raggiunta la E4 la piccola cavalleria delle obso sfoggia il suo armamento e  con un passo decisamente più allegro arriviamo alla sera alle 19:00 in loc. Harnosand dove una Hytter completa di servizi ci accoglie.
Il ragazzo che gestisce il camping non è munito di pos e noi non abbiamo corone svedesi, accetta il pagamento in Euro e probabilmente profitta del cambio per "grattarci" qualcosa; pago € 64,00 e non riesco, malgrado un paio di tentativi, ad ottenere uno sconto, pazienza riproveremo più avanti.
Ci congratuliamo a vicenda dell'andatura tenuta e della regolarità del passo tenuto, Paolo è entusiasta della Basic e mi confida che è un gran piacere averla riscoperta; la percorrenza sale come se utilizzassimo moto moderne ovvero 733 Km. che portano il totale a 842 Km. dall'inizio del viaggio.  





Domenica 01 giugno 2014 - Appena passata Pitea, dove riforniamo di carburante le moto e profittiamo per una sosta pranzo, ed ancora poco più avanti Lulea, in attesa dell'incrocio con la E10 per Jokkmokk, intorno alle 14:00 in un tratto in discesa chiudo il gas del 100PD, devo rallentare perché davanti una fila di auto procedono ad andatura blanda; come 3 colpi di pistola sento distintamente questi rumori improvvisi provenire dalla parte anteriore del motore, la moto pur riaprendo gas si spegne e contrariamente ai  miei comandi si ammutolisce.
Di colpo un triste pensiero entra prepotente nella mia mente ed il timore, che sia la fine di tutto dopo solo 2 giorni, si appropria delle mie sensazioni.
Abbiamo parecchio materiale di scorta e realizzo che in questi casi è bene starsene tranquilli perché l'agitazione non risolve certo il problema.
La batteria è completamente scarica, non funziona il clacson e con i cavi di avviamento di emergenza riusciamo, tramite quella del Basic, a rimettere in monto Regina.
Serviranno vari tentativi fino a bruciare la parte più esile dei cavi stessi.
Riesco a percorrere altri 7/8 Km. ed in corrispondenza dell'atteso incrocio svoltando a sinistra la moto si ammutolisce di nuovo.
Stavolta la spia rossa sul quadro con la chiave posizionata in "On" non si accende, non c'è passaggio di corrente.
Riesco dopo circa un'oretta a mettermi in contatto con Alberto Palma (concessionario Bmw-Motorrad di Perugia) il quale, ascoltando le risposte che fornisco a sue precise domande, sentenzia che si è rotto il rotore e che devo provvedere a cambiare. Lui stesso mi ha prestato del materiale di ricambio e ricordo perfettamente l'operazione da fare.
Sul piazzale del distributore posto all'incrocio della E4 con la E10 il sole picchia forte ed il caldo fa la sua insolita comparsa; stimo in 25°C la temperatura e con la sola maglietta a maniche corte provvedo ad operare l'estrazione del rotore dopo aver asportato il carter, lo statore che fotografo per ricordare la posizione delle connessioni elettriche e fisso bene in testa di alzare le spazzole quando dovrò poi riposizionare il tutto.
Con l'estrattore in dotazione riesco facilmente ad asportare il rotore e sostituirlo e mentre mi rinfranco per l'esito dell'operazione il buio completo cala improvviso davanti.
Lo statore nella parte inferiore presenta una morsettiera grigia che è fessurata ed il filo di corrente che è connesso con il verde ovvero, la parte più a destra guardando frontalmente è staccato … panico; la fase di carica della corrente non è completa e quindi non so come fare, questo pezzo di ricambio non è nella dotazione di scorta.
Alberto Palma, sentito ulteriormente al telefono, mi dice di trovare un saldatore a stagno oppure un qualsiasi meccanico possa procedere a risaldare il filo e nel frattempo di continuare viaggiando con tutto spento onde non richiedere troppa corrente all'impianto.
Rimonto il tutto e con una soluzione empirica (nastro americano) cerco di fissare il filo elettrico al punto di saldatura ormai divelto; niente da fare, la lucina rossa sul quadro strumenti inesorabile mi accompagna sino a Jockfall dove ci fermiamo per la notte timorosi sulle sorti del viaggio.
Jockfall altro non è che un discreto campeggio sulla riva sinistra di un impetuoso torrente che proprio nelle vicinanze compie un salto in corrispondenza di un ponte stradale.
La portata d'acqua ed il rumore è notevole visto il poco dislivello del salto; avvicinandomi alla sponda rocciosa del torrente l'impeto dell'acqua è infatti forte; più  a valle, sino anche le 21:00, vedo ancora sparuti pescatori in attesa che qualche pesce abbocchi alle esche calate ripetutamente in acqua.
In precedenza avevamo oltrepassato il circolo polare artico che sulla 392 per Kittila (FIN) è segnalato con un piccolo globo metallico a bordo strada.
Un brutto pomeriggio che non mi vede mai sereno e "spensierato" come mio solito, un silenzio a cena irreale; una nube avvolge la mia mente ed il timore di non farcela inizia a farsi largo; Paolo sdrammatizza ma non mi convince affatto; il timore ormai si è impossessato come un demone della mia mente.
I vicini della Hytter sono 3 giovani ragazzi russi ai quali, durante la mia consueta passeggiata serale ed in corrispondenza del ponte sul Jockfall, racconto del problema che ha la mia 100PD.
Mi chiedono di vedere e prendono iniziativa; mi fanno capire di essere in grado di realizzare un ponte con un piccolo e sottile filo elettrico.
Accetto di buon grado e speranzoso o forse per meglio dire illuso che la soluzione sia la migliore mi compiaccio con Paolo e gli espongo il fatto.
In pochi minuti mettono in pratica quanto proposto e con mia soddisfazione la lucina rossa sul quadro strumenti è spenta e tutto sembra funzionare bene.
Non sono un esperto anzi su certe parti del motore (elettrica) son proprio un ignorante e l'illusione di aver in qualche modo risolto spazza via dubbi ed incertezze; è meglio pensare a questo e forse il mio involontario ed indirizzato convincimento che tutto si è risolto non  mi permette di valutare bene la situazione. Comunque c'è anche del positivo, la notte dormo e mi riposo.
Il guasto ha evidenziato circa 4 ore di fermo ma la giornata ha comunque segnato una percorrenza di 632 Km. il progressivo infatti sale a 1474 Km.




Lunedì 02 giugno 2014 - Ci sono giornate "maledette" dove tutto quello che fai è un continuo presentarsi di ulteriori problemi; in queste giornate ti chiedi cosa hai fatto  di così tanto male per meritarti tutto questo. 
La mattina, speranzoso che la riparazione dei ragazzi russi abbia effetto, parto prima dell'amico Paolo in maniera da testare l'effettivo spegnimento della lucina al quadro strumenti della fase di carica. Tutto a posto, pochi minuti dopo, in direzione Kittila, Paolo mi raggiunge e tutto sembra funzionare bene; la batteria durante i 70 Km. percorsi nel pomeriggio precedente dalla sostituzione del rotore a Jockfall, si è ricaricata a sufficienza per avere lo spunto necessario all'accensione e tutto funziona bene sino anche il clacson che squilla per la mia "felicità".
Niente da fare invece, alle porte di Kittila, dopo un centinaio di Km. dalla partenza, inesorabile la lucina maledetta torna a fare la sua comparsa sul quadro strumenti.
Realizzo subito che il filo posto in opera dai ragazzi russi è troppo esile e la corrente di passaggio lo ha bruciato.
Fortuna vuole che il tutto accada a pochi km. da Kittila dove raggiunto il distributore carburanti ho intenzione di chiedere dove possa essere nelle vicinanze un'autofficina che potesse saldare a stagno il filo staccato.
Sul display del cellulare ho già la richiesta scritta in norvegese, in svedese ed in finlandese che la sera prima Marinella mi ha inviato via sms.
Non faccio in tempo a posizionare la moto sul laterale che Paolo richiama la mia attenzione  lamentando il fatto di aver perso parte del bagaglio: il mio sacchetto Ortlieb con all'interno tutto l'occorrente per la notte !!! (sacco letto, lenzuolo, lenzuolo isolante da interporre fra il sacco ed il letto della Hytter, ciabatte doccia, ciabatte per la Hytter ed forse il pigiama).
La mia reazione è neutra, in testa ho altro a cui pensare ed il fatto non mi scompone assolutamente più di quanto non lo sia.
Ormai la convinzione che qualcosa di negativo si sia impossessato del ns. viaggio è sempre più penetrante e quest'ultimo episodio, preso con pacata rassegnazione, testimonia che il mio carattere sta mutando; non riesco più neanche ad arrabbiarmi tanto sono in balia degli eventi; non so più bene cosa stia facendo, devo concentrarmi non poco per capire.
Paolo si propone subito per andare a cercare un negozio nella cittadina per poter riparare al fatto mentre io trovo, dopo poche centinaie di metri un gommista tuttofare che risponde positivamente al mio appello.
Smonto il carter (ormai esperto) in un baleno ed il tizio porta verso la moto prolunga cavo corrente, saldatore elettrico, rocchetto filo di stagno, pinze piccole ed un puntale per star fermo il filo.
Prima che inizi l'operazione chiedo a gesti se è bene staccare il negativo della batteria; mi fa intendere che non è necessario ma io per non sapere ne leggere e scrivere mi adopero affinchè il morsetto sia scollegato.
Pochi minuti e la moto è finalmente a posto con lo sviluppo della sua fase di corrente ottimale e finalmente un "sorriso" accompagna la soluzione al problema; contestualmente mi sento improvvisamente forte ed invincibile, una sensazione di onnipotenza che mai mi era successo provare.
Solo con il senno del poi realizzo che invece probabilmente la paura ormai si è impossessata di me e non ho più certezze. La mia è solo una reazione a quello che il cuore e la mente non vuol bene esaminare e che rifiuta solo specchiare.
Paolo non trova niente ma ci convinciamo che 150 Km. più a nord la cittadina di Inari potrebbe presentare un'attività che abbia in vendita quanto ci serve.
L'itinerario studiato l'inverno appena trascorso ha una lunga e bella sterrata da far scorrere sotto le ruote delle moto.
La moto funziona alla grande e finalmente calando la tensione mi sciolgo un po'.
Riprese filmate, passaggi ripetuti, foto … insomma un paio di ore di assoluta goduria motociclistica con un cielo sempre sereno ed una temperatura ottimale.
Le fermate e le soste sono frequenti e nel corso dell'ultima inizio a non trovare bene il folle del cambio, tiro la frizione ma il cambio duro non risponde bene alla sollecitazione del mio piede sinistro.
Lo annuncio a Paolo e una volta ripartiti, avendo già capito cosa potesse essere, cambio il meno possibile e sopratutto inserisco la quarta e quinta marcia senza tirare la frizione.
Arriviamo ad Inari a metà giornata e davanti al supermercato la leva della frizione inizia  a farsi più dura, uno presagio di rottura avvolge la mia mente … terza tirata e track, il presagio diviene realtà: la corda si rompe e rimango senza la frizione.
Scendo dalla moto come un pugile suonato, non so più neanche io a che Santi votarmi: non abbiamo nei ricambi la corda frizione pur avendo 2 moto che praticamente hanno la stessa ricambistica.
Un autogol clamoroso … solo ora mi viene in mente il fatto di non aver pensato ad una corda di ricambio della frizione, una del gas ed una dello starter.
Mortificato chiedo ad un robusto signore che li vicino sta gustando un gelato se sa indicarmi un meccanico richiamando la sua attenzione sulla leva ormai con la corsa sfrenata.
Mi dice che occorre arrivare ad Ivalo, posta a 40 km. più a Sud-Est; alla mia reazione facciale di delusione, dopo aver consultato un anziano signore che stava uscendo dal supermarket, mi propone di seguirlo.
Provo  a mettere in moto a spinta ma la moto pesante e goffa di bagaglio non aiuta certo il salto sulla sella allora metto la terza marcia ed accendo con la chiave, qualche sussulto e la moto si avvia, inserisco solo la quarta e scalo in terza una volta arrivati in un luogo incredibile, un luogo che da solo mai avrei trovato.
Subito fuori la cittadina in direzione Ivalo svoltiamo a destra e percorriamo un centinaio di metri nella boscaglia, improvvisa una radura si para davanti con 3 distinti tendoni che proteggono, stivate alla rinfusa: barche, motoslitte, elettrodomestici, auto, ruspe e trattori ed addirittura attrezzi da palestra della Tecnogym …
"Dove mi ha portato questo qua" mi chiedo; non uno straccio di officina, solo qualche capanno chiuso e cumuli di materiali di risulta che in Italia sarebbero fonte di grossi guai per reati ambientali.
"T Linna" urla il tale; dall'interno di un escavatore malmesso esce un tizio, è biondino giovane e con gli occhiali; stimo sui 35/40 anni e mi sembra molto sveglio rispetto al compare che nel frattempo aveva finito il cono gelato.
Parlano fra loro un'incomprensibile lingua, presumo finlandese, e dopo poco il biondino mi chiede  in inglese di poter verde il tutto senza il paramano.
Smonta il tutto tira via la corda dalla sede, guarda attentamente e riunisce bene con le dita le due sezioni del filo tranciato all'altezza del fermo; sparisce un 10 minuti all'interno di un capanno. Sono attimi interminabili anche perché non realizzo subito che intenzioni abbia.
Ritorna con in mano un fermo corda color ottone ma potrebbe essere rame che ha un forellino, fa passare la corda sul forellino e con le pinze da faston schiaccia il tutto in tre diverse posizioni.
Si dimentica però del registro che nel frattempo mi è rimasto in mano e la testa del fermo non passa sul foro del registro.
Chiedo se è possibile ripetere l'operazione ma lui mi dice, sempre in inglese, che di quel fermo corda ne aveva solo uno ovvero quello che ha utilizzato; non demorde e con una lima consuma piano piano e lievemente il materiale sino anche non entra nel registro; lo avvitiamo a zero al blocchetto della manopola e malgrado questo la lunghezza della corda non consente il minimo gioco, è rimasta corta e probabilmente a livello impercettibile non stacca del tutto. 
La soluzione adottata non può essere garanzia di corretto funzionamento e difatti T Linna, questo il nome del biondino meccanico tuttofare, mi spiega in inglese che è bene tirare la frizione solo per partire e fermarsi e quindi salire e scendere le marce senza mai tirare la corda !!! Gli chiediamo se è possibile per lui reperire o meglio indirizzarci ad un centro che abbia dei cavi in acciaio.
T Linna ci spiega che è in grado di avere entro pochi giorni 2/3 la corda nuova della frizione se presente al Bmw Service di Helsinki.
Inizia a fare delle varie telefonate e rimaniamo che l'indomani mattina alle 10:00 lui è in grado di dirci qualcosa di più preciso.
Travolto dagli eventi, sicuro ormai che il viaggio abbia preso una piega buia e negativa visti i continui  e fitti problemi che ogni giorno si presentano alloggiamo alle 15:00 al vicino campeggio che dista solo 1 Km. dall'area T Linna.
Prendiamo una Hytter spaziosa per 2 notti e chiediamo al ragazzo della reception che l'eventuale necessità per la terza notte avendo la moto guasta sarà comunicata l'indomani. 
Provvedo subito davanti alla Hytter alla registrazione del gioco della corda frizione svitando prima il dado del fermo e poi la piccola vite di regolazione all'ingresso del meccanismo sul cambio: un giro e mezzo e la leva acquisisce il gioco necessario allo stacco completo; a questo punto il problema è solo l'eventuale tenuta del capo corda che T Linna ha fissato; ha quindi inizio il pomeriggio, la serata e la notte più brutta della mia attività mototuristica. Solo la notizia della morte di Giorgio trova, nella scala del dispiacere una posizione più elevata.
Il buio completo si impossessa della mia mente e dei miei pensieri, uno stato d'animo frustrato dalla sconfitta che si para davanti come una montagna insormontabile, invalicabile; vedo solo una strada irta, brutta e piena di trappole e pericoli.
L'amaro sapore dell'obiettivo che si allontana di colpo, in maniera forse definitiva, dopo che precedenti eventi ne avevamo rallentato il raggiungimento; una corsa senza risultato.
Una ferita lacerante che colpisce il cuore e la mente "cattiva" come non mai che continua a martellare, a sentenziare, a mettere il dito nella piaga: "Come è stato possibile non pensare a portare via uno stupido cavo frizione con 2 moto anziane ?" 
Ulteriore aggravante è che hanno ricambistica uguale !
I miei pensieri sono un martello pneumatico: vorrei essere a casa dai miei cari, vorrei che questa cosa non sia mai esistita, vorrei che Regina sparisca, vorrei ... non so cosa vorrei … la mia debolezza ed i miei limiti si mostrano inesorabili e mi sento in balia di tutto; nel contempo una convinzione: il viaggio termina ad Inari.
Non ricordo molto di più in quel primo pomeriggio su fatti ed accadimenti esterni alla mia persona, ne tantomeno ricordo bene le parole di Paolo che comunque mi sembra non abbia mai spinto a farmi fare qualcosa di diverso da quanto volessi, anzi a dire tutto il vero mi sembra che per lui qualsiasi cosa avessi deciso fare sarebbe andata bene.
Ricordo invece bene un 3/4 sms che annunciavano la sconfitta agli amici più cari ed una telefonata di rassegnazione a Marinella.
Mia moglie e mia figlia Giulia è solo tutto quello che avrei voluto con me; del resto non mi importa più niente.
Non nascondo neanche che ho pensato di vendere Regina se fossi riuscito a riportarla a casa, in un certo senso l'ho tradita; proprio io che non mi sarei mai perdonato una cosa simile. Credo sia stato il punto più basso provato e toccato in fondo al buio completo di una mente ormai non più capace di ragionare razionalmente.
La paura di non riuscire a fare la cosa pensata, studiata, voluta, cercata e sognata da quasi  2 anni con la consapevolezza che non ci sarebbe stata altra occasione: il ns. viaggio "only return" che fallisce senza quasi essere iniziato ...
Nel frattempo solidarietà ed incoraggiamenti seguono i trilli del telefonino che annunciano sms di risposta: Batty che si dice pronto a spedire un cavo frizione direttamente dall'Italia; Romualdo che mi incoraggia ed anzi esalta il tentativo intrapreso.
Marinella, la mia splendida moglie Marinella che successivamente con una apposita telefonata mi fa intendere che è necessario tornare presto in me stesso, di esaminare bene la situazione, di tornare ad essere un calcolatore come lo sono al lavoro, di ritrovare al più presto la volontà di perseguire un obiettivo malgrado tutto e tutti, di gettare il cuore oltre l'ostacolo, di ritrovare il vero Oscar.
Isolandomi o per meglio dire illudendomi di isolarmi dal contesto eseguo un controllo ed un rabboco di olio motore aiutato dall'Amico Paolo al quale una volta terminate le operazioni  chiedo ausilio per esaminare bene il da farsi e decidere sulle varie situazioni che potrebbero presentarsi.
Il tempo, pur lento, scorre e sono esattamente le 22:05 quando un sms di T Linna mi chiede dove sono alloggiato; pochi minuti dopo aver risposto una VW Passat è davanti la Hytter; T Linna vuole verificare bene di persona il numero del telaio per procedere all'ordine per non sbagliare ma mi fa intendere che difficilmente il cavo frizione è disponibile in Finlandia, forse qualcosa in Svezia; mi conferma che l'indomani alle 10:00 sarà più preciso.
Nell'occasione un'altra piccola tegola ci cade in testa: rimaniamo chiusi fuori dalla Hytter con la chiave ben posta sul tavolo all'interno. Io son vestito ma Paolo è in calzoncini corti, ciabatte e magliettina, la serata non è freddissima ma neanche calda.
Alla recepition tutto chiuso e solo un cellulare; dopo mezz'ora un ragazzo assonnato ci consegna una seconda chiave ed intuisco che ci manda a quel paese senza passare dal via.
La notte i tristi e deludenti pensieri non mi consentono di chiudere occhio: "Giorgio perché non vuoi che venga a trovarti, Giorgio perché consenti tutto questo, Giorgio perché mi succede di tutto che rallenta il viaggio verso quell'immagine che so non trovare perché rimossa dalla verniciatura della balaustra". "Giorgio perché devo soffrire così e perché la ns. Regina è di colpo diventata fragile".
Domande che non trovano risposta ma pian piano mi sembra di riuscire a tranquillizzarmi;  realizzo finalmente che in fondo il mio è un problema di poco valore al cospetto di altre drammatiche ed irrisolvibili questioni.
In fondo poi con me stesso forse è il caso di essere più indulgenti e tolleranti.
L'agitata giornata segna una percorrenza di soli 394 determinando quindi un parziale dall'inizio del viaggio in moto pari a Km. 1868.





Martedì 03 giugno 2014 (mattina) - Arriva, dopo una interminabile notte di giri e rigiri sul letto (lenzuolo attorcigliato alle gambe che praticamente mi sono trovato legato) la mattina seguente.
Colazione solita e molto tempo a disposizione per sbrigare tutte le cose che normalmente io e Paolo riusciamo a fare in meno di un'ora.
In attesa delle 10:00 mi consulto con Alberto Palma che mi conferma quello che pensavo: la corda in acciaio della frizione originale ha una testina che viene prima schiacciata al filo di acciaio e poi saldata a stagno ovviamente con apposito macchinario.
Bene è quello che chiederò di fare a T Linna; rappresento tutto a Paolo compresa la decisione maturata: si prosegue verso Nordkapp, saltiamo solo la parte della Lapponia posta a Nord-Est della Norvegia in quanto zona a bassissima densità abitativa e quindi di improbabile presenza di aiuti per eventuali e malaugurate necessità alle moto.
Paolo condivide e quindi l'itinerario ha una modifica significativa, abbandoniamo i primi 2 obiettivi, ovvero Grense Jakobselv e Gamvik ed invece che svoltare a destra per la già percorsa 971 (Inari-Neiden) una volta superato l'insediamento urbano di Inari tiriamo dritto sino ad incrociare la E6 nei pressi di Karasjok tramite la strada 92.
"E' questo quello che ti volevo sentir dire" questa la risposta incoraggiante di Marinella alla mia comunicazione circa la decisione presa.
Le dico anche che sarà l'ultimo viaggio senza di lei perché se mai dovesse succederci qualcosa dovremo essere assieme come assieme siamo sulla strada della vita, quella che abbiamo scelto.
Alle 10:00 T Linna ci conferma quanto preannunciato, il cavo in Finlandia non c'è, ve ne sono 2 pezzi a Stoccolma ma sino a domani non possono essere spediti e comunque occorrono 3 giorni per arrivare ad Inari.
Rinunciamo all'ordinazione e rappresentiamo la riparazione del filo, per come ho io intenzione fare. T Linna ha un impegno precedentemente preso e il tutto è posticipato alle 12:00.
A mezzogiorno puntuali, dopo aver mangiato una buona pasta asciutta, siamo di nuovo all'area T Linna; 10 minuti e tutto è eseguito magistralmente; un'ottima saldatura con lo stagno consente, ancora oggi che scrivo, l'azionamento della leva frizione. Lasciato il compenso richiesto mi sorprende la frase che mi pronuncia: "I'm very happy" è molto felice del denaro che gli ho lasciato (€ 50,00 comprensivi di un pacchetto con n. 2 corde di acciaio sez. 1,2 mm per m 2,00 e vari capicorda a vite; sono le più consistenti che è riuscito a trovare) e si apre di getto: è stato in Italia una sola volta a "Milan; 3 day sul lago di Carda and Juliett and Romeo ed one day in Venice".
Una calorosa stretta di mano ed un saluto con il pollice alto accompagna alle spalle l'area T Linna; la strada mi e ci aspetta e stavolta a costo di portare la moto a spalla la destinazione unica ed indiscutibile è CapoNord.
Resta solo segnalare la sosta all'alimentari di Inari per le provviste della notte (capirete successivamente il perché)  e la fermata al distributore carburanti per riempire i serbatoi  visto il prezzo favorevole del carburante rispetto la Norvegia. 

    




giovedì 12 giugno 2014

Norge 2014 "The Only Return" (part two)



Martedì 03 giugno 2014 (pomeriggio) - Alle 13:45 siamo già fuori dell'abitato di Inari in direzione Nord-Ovest, il cielo sereno ed una temperatura gradevole accompagnano lo scorrere delle ns. ruote; abbiamo tutto un pomeriggio e gran parte della sera per arrivare alla scogliera, abbiamo voglia di vivere una nottata magica che le previsioni meteo, consultate via internet, annunciano ottimale.
Lungo la strada incrociamo altri motociclisti che probabilmente provengono dall'isola di Mageroya, il nostro cenno di saluto è sempre ricambiato e la serenità è di nuovo presente nel mio animo, questo mi aiuta a farmi stare bene, mi sento in forma e credo di essere tornato il mototurista di sempre.
Non occorre molto tempo per arrivare ad una sosta gelato a Lakselv, consumiamo il prelibato Royal su un consumato tavolo in legno posto fuori della caffetteria del distributore carburanti.
Il prezzo della 95, contrariamente alle previsioni, è di 1,50 Nok inferiore e, sapendo che da Russenes in avanti i prezzi inesorabilmente saranno più alti, riempiamo i capienti serbatoi delle ns. 2 valvole; avremo così benzina a sufficienza per ritornare indietro sino la E6.
Parliamo e scambiamo impressioni sul programma delle prossime ore che ci vedrà protagonisti per tutta la notte ed anche il giorno dopo senza soluzione di continuità.
Abbiamo infatti preventivato una notte bianca da fare in moto, possibilmente a Nordkapp; era già iniziata e stavolta contrariamente alle altre sere non dovevamo cercare nessun campeggio.
Avevamo infatti intenzione di riposare un paio di ore al Nordkapp Center magari di fronte al globo sorseggiando una cioccolata e gustando un muffy.
All'imbocco della E69 la magia e l'atmosfera del Capo inizia il suo richiamo, parecchie renne a bordo ed in mezzo la strada consigliano un'andatura lenta, compassata e contemplativa ed il panorama davanti ai ns. occhi si mostra più bello e più accogliente che mai.
Anche l'altra volta con Paolo avevo percorso la E69 con il cielo sereno ma era nel primo pomeriggio e non di sera; i colori con il sole più basso assumono sfumature e contrasti diversi.
Un'altra sosta avviene, grazie alla conoscenza di Paolo, nel punto in cui la E69 lasciava spazio ad uno stradino che conduceva al traghettino per l'isola di Mageroya.
Già da qualche anno un tunnel, oggi senza più pedaggio, consente di soli 7 Km. di "sprofondare" nelle viscere della terra fin sotto il mare a - 209 metri e risalire sull'isola magica del Capo.
Al bivio di Skarsvag, in prossimità dell'ultimo tratto in salita per la rupe, ci fermiamo per istallare le ns. Action Cam e riprendere con varie angolazioni il nostro arrivo.
E' la quinta volta che percorro la strada per la rupe, infatti 3 anni durante Norge 2011 per ben 3 volte salimmo alla scogliera; ai miei comandi stavolta ho Regina e l'atmosfera è più magica, ancor più coinvolgente perché il desiderio di accompagnare la 100PD al cospetto del punto magico di "arrivo" del mototurista è motivo di grossa soddisfazione.
In un tratto in discesa entriamo, risucchiati, in un nube grigia chiara che sembra zucchero filato; sopra  un pallido cerchio offuscato dalla coltre di umidità rende la successiva ascesa inebriante verso il calore della sempre più limpida e prorompente luce del sole.
Uno dei tratti di strada più bello che abbia mai percorso per condizioni ambientali. 
Ma il pegno da pagare non è stato saldato completamente ed al casottino della biglietteria faccio per prendere il portafogli nella solita tasca sul petto posta destra della giacca, una delle più sicure perché antiacqua, perché ha la cerniera, perché la patta ha due bottoni automatici, perché il mio portafogli stà sempre li … la trovo vuota anche dopo 3/4 ripetuti tentativi di assecondare il desiderio di trovare il mio portafogli e ripiombo di colpo in uno stato di ansia: ho già sentenziato di aver perso il portafogli.
"One moment please" rivolto alla ragazza della biglietteria e sposto la 100PD più avanti affinché gli occupanti dell'auto dietro in fila non sprechino del tempo ad aspettarmi.
Inizio una auto-perquisizione repentina con veloci toccate alla ricerca della forma quadrata che il portafogli ripiegato assume, è spesso e non può confondersi con il telefono e con il libretto di circolazione e neanche con i fazzolettini di carta.
Inizio a contare le soste a ritroso e finito di ricordare sono sicuro, l'ultima volta l'ho utilizzato al supermercato di Inari … l'ho lasciato magari per mettere a posto la spesa sullo scivolo di prelievo della spesa che la cassiera porge una volta passata nel lettore ottico.
394 Km. è la distanza fra Inari e Nordkapp e credo di averla percorsa con la mente in un paio di secondi.
Ricomincio tutto da capo e stavolta per fortuna la mano scivola anche più in basso e tocca i pantaloni: a destra nella parte più in basso della profonda tasca sento la forma quadrata, è lui è con me.
Me lo sbatto in testa 3 volte al grido di "str@nzo" quasi ad esorcizzare tutto il negativo che mi era occorso e capitato in questi giorni passati.
E' la svolta del viaggio, tutto da qui in poi sarà bellissimo e nessun altro "inciampo" verrà a funestare i ns. programmi e le ns. aspettative.
Mi assicuro, con la ragazza spagnola della biglietteria, sulla possibilità di scattare qualche foto alle ns. moto sotto al globo e vengo  sapere che da quest'anno il Center chiude alle 1:00 e quindi nessun impedimento dopo quell'ora sino le 7:00; bene possiamo parcheggiare addirittura a sinistra lungo il muro del Center stesso.
Entriamo a Nordkapp alle 21:30 con un sole ancora abbastanza alto all'orizzonte.
"Giorgio è là che ci aspetta, Paolo andiamo" riattacchiamo la figurina, è sotto lo scorriamo della balaustra frontale al globo, a Nord. Lui veglia tutti i mototuristi che arriveranno nei giorni e stagioni a seguire. Lui è con me, è con noi, è in tutti i luoghi che penso quando chiudo gli occhi e la mente realizza quella comune passione che ci ha fatto incontrare.




Il resto della "serata" sino alla mezzanotte è forse superfluo descriverla oltre le immagini seguenti: sole all'orizzonte, una nuvola poco sotto il livello della scogliera ed il globo bene in vista rendono magico il piazzale sulla scogliera: Paolo in 19 volte che era stato a Nordkapp confessa di non aveva mai visto un simile spettacolo.
Tre anni addietro trovammo una eclissi parziale di sole, stavolta un fenomeno raro; Giorgio sei unico !!!








Mercoledì 04 Giugno 2014 - La "nottata" per noi non conosce fine e poco prima delle  ore 01:00, profittando del campo libero, entriamo nella parte finale del piazzale da sinistra, sin sotto al Globo con le ns. obso; l'emozione è unica, è magica ed il sapore della "conquista" finalmente mi ripaga del tanto soffrire.
Posiamo per le foto di rito aiutati, oltre che dal cavalletto, da un gruppetto di turisti francesi.
Una mezz'ora durante la quale diamo modo alla webcam, posta sul tetto del Center, di testimoniare il ns. silenzioso e discreto passaggio.
Foto scattate con un rispettoso sussurrare quasi a non disturbare, quasi a non interrompere il momento magico della vista frontale a Nord: una montagna piatta di zucchero filato che nasconde il mare, che nasconde il vuoto oltre il quale i miei sogni si spengono.  
L'atto conclusivo è il mio saluto alla "missione", un ulteriore pensiero a Giorgio, al fatto di aver condotto la sua Regina in cima al mondo.
Alle 01:45 lasciamo la magia di Nordkapp e prendiamo la direzione opposta ovvero Sud per continuare il ns. viaggio; non abbiamo una meta precisa o almeno sappiamo solo che più a Sud dovremo decideremo se andare a Senja oppure svoltare più avanti per le Lofoten; ora non vigliamo decidere, ora vogliamo goderci un'intera "notte" di guida delle ns. moto.
Le lunghe ombre sull'asfalto anticipano il ns. passaggio sulla strada che scorre liscia e piacevole al cospetto dell'aria fresca che ci sbatte contro la sua fragranza di purezza.
Riscendiamo la E69 e man mano andiamo più a Sud il fresco punge e mostra il suo rigore; l'ultimo tunnel poco prima di Russenes è molto freddo e buio. Una sosta rigeneratrice, con il sole in viso, sul piazzale deserto di una caffetteria posta quasi all'innesto della strada E69 con la E6 è il premio per la ns. stanchezza.
Sappiamo entrambi che poco più avanti ci aspetta un altopiano di circa 70 Km. solitamente freddo e rigido; è quello che da Skaidi porta ad Alta; lo temiamo perché l'ultimo tratto di E69 il freddo si è fatto sentire; ma la voglia di moto è tanto, l'ardore del mototurista prevale e ci tuffiamo verso la rampa di ascesa scoprendo invece che la temperatura è insolitamente temprata e sopportabile.
Arriviamo ad Alta intorno alle 06:00 e troviamo appena aperta, strano per queste zone, la caffetteria annessa al secondo distributore carburanti che incrociamo verso la città: cioccolato caldo sorseggiato sul tavolo posto all'esterno del locale e poco dopo l'immancabile pieno di carburante per andare avanti, per arrivare alla fine della giornata motociclistica che non ha definito un orario preciso.
Ancora più a Sud è Gildetun, un paradiso di posto, che accoglie un pisolo di Paolo consumato sul piazzale e la mia contemplazione alle Alpi di Lyngen con le cime innevate a picco sul mare.
Olderdalen, Skibton, cittadine già di altri precedenti passaggi degli anni scorsi ed è già primo pomeriggio; la stanchezza inizia a farsi sentire e decidiamo che è ora di riposare; alle 14:15 entriamo all'Olderelv Camping, già teatro di una precedente sosta durante Norge 2011, ed otteniamo un graziosa Hytter con cucina ma senza sevizi (posti a soli 20 m di distanza) per 500 Nok contro le 700 richieste.
E' il primo sconto che ottengo e questo è un segnale che il viaggio sta prendendo la giusta piega.
Un meritato riposo  riempie il resto del pomeriggio; in serata, profitto della connessione free del camping per una bella videochiamata con Marinella; viene cancella di colpo la distanza che si frappone fra noi: Skype ne è l'artefice.
La serata si conclude con la definizione di un programma di massima per la discesa verso Sud lungo la Norvegia: scartiamo, malgrado il bel tempo incontrato e previsto per i giorni a seguire, sia Senja che le Lofoten, luoghi bellissimi ma già visti da entrambi; decidiamo di "spendere" il bonus del bel tempo possibilmente sul primo tratto della strada costiera n. 17 ovvero sino a Mo I Rana. 
Dalla partenza da Inari del giorno antecedente la strada percorsa ammonta a Km. 919 con un progressivo che sale a Km. 2787.
Nordkapp, divenuto il nostro unico punto di virata, era stato infatti "conquistato" dopo 394 Km. da Inari ovvero dopo 2262 Km. dalla partenza  avvenuta  in Danimarca, precisamente a Frederikshavn. 





Giovedì 05 Giugno 2014 - Freschi, riposati e smaniosi di ritornare alle percorrenze consuete alle 6:45 siamo già diretti a Sud lungo la E6. La prima sosta, per consumare la seconda colazione, è fissata sul monte che protegge da Nord la città di Narvik, in corrispondenza dello spegnersi di un fiordo che ammiriamo dall'alto.
A Narvik stessa risulta imprendibile la foto sotto al cartello che indica le distanze dalle principali città scandinave ed europee. La zona già da qualche anno è pedonale e noi spingiamo le moto sotto il vigile sguardo di un anziano signore seduto sulla panchina vicina.
Ben presto più a Sud arriviamo all'imbarco del traghetto di Skaberget per Bognes che assicura continuità alla E6, la lunga strada che collega il Nord al Sud del paese scandinavo.
Anche oggi il cielo sereno accompagna il ns. andare gentile, pacato e regolare che i ns. boxer 2 valvole chiedono alla guida; i colori del mare, delle insenature, della vegetazione, delle rocce scorrono ed accompagnano la ns. itinerante contemplazione.
La E6 nel tratto a Nord è una bella strada, veloce ma che sa ancora riservare qualche curva veloce ad ampio raggio e qualche passaggio suggestivo.
Non durerà ancora per molto e presto avrà ben poco da offrire; diversi cantieri rallentano il ns. cammino ma renderanno più veloce il transito futuro: nuove sedi stradali più diritte prenderanno presto il posto dei vecchi tratti; in un certo qual senso siamo oggi spettatori di un "passaggio".
La scelta del percorso ancora più  a Sud ormai è stata definita ed all'interno dell'abitato di Fauske, precisamente dopo aver rifornito di carburante le ns. moto, svoltiamo a destra in direzione Bodo imboccando la strada 80.
Non raggiungeremo la cittadina che permette con un apposito traghetto di attraccare alle Lofoten da Sud ma svolteremo a sinistra all'altezza di Loding.
E' infatti la Strada 17 che ha attirato la ns. attenzione; io non l'ho mai percorsa e Paolo mi dice che la parte a Nord è molto bella in particolari modo con il bel tempo.
Il parere dell'amico è subito confermato dai primi scorci del tratto costiero che percorriamo: insenature, piccole baie, minuscoli insediamenti abitativi ed i colori del mare rendono il paesaggio sublime.
Ormai però è giunta l'ora di chiudere la tappa prima di arrivare alla partenza del primo traghettamento; ci sistemiamo a Reipa nell'omonimo camping dove riesco a spuntare una spaziosa Hytter per 500 Nok contro le 750 chieste dall'esercente; anche stavolta la contrattazione ha dato un certo risultato per la soddisfazione delle ns. finanze che rilevo da ieri, precisamente dalla città di Alta, consistevano anche in banconote di valuta locate, sapientemente utilizzate per contrarre prezzi "vantaggiosi".
Tappa bella e molto soddisfacente e di anticipo alla strada che l'indomani avevamo in mente percorrere; una distanza di Km. 604 percorsa in scioltezza; il progressivo balza a Km. 3391 dall'inizio del viaggio in moto.




Venerdì 06 Giugno 2014 - Conosciamo già dalla sera prima gli orari dei traghetti che consentono di dare continuità al tracciato della Strada 17; la ns. partenza da Reipa alle 6:45 è in funzione alla prima corsa della giornata del traghetto Foroy-Agskardet; la strada offre tratti guidati molto invitanti ed alterna passaggi in riva al mare al superamento di piccole alture che interrompono l'andamento della costa.
I panorami sul mare sono di notevole intensità; minuscoli e discreti insediamenti abitativi ancora dormienti interrompono ogni tanto il paesaggio naturale ed colori dell'acqua marina ci paiono inebrianti, ispirano un ritorno romantico con la propria consorte.
Occorre aspettare quasi un'oretta la combinazione del secondo traghetto che da Jektvik porta a Kilboghamn non prima di aver compiuto un veloce attracco presso un minuscolo porticciolo di non meglio specificato nome.
E' lungo questa tratta di mare, di un'ora precisa di navigazione, che attraversiamo in direzione Sud il Circolo Polare Artico. Il suo limite, dopo 35 minuti dalla partenza del traghetto, è alla ns. sinistra sulla vicina costa: un piccolo globo metallico segnala e ricorda il suo attraversamento.
più a Sud poco dopo aver ripreso la Strada 17 un lungo cantiere spezza il ritmo della ns. guida nuovamente e poco dopo al bivio con la strada n.12 svoltiamo a sinistra lasciando la 17 e reimmetterci sulla E6 in loc. Mo I Rana.
La Norvegia a queste latitudini è stretta e percorrerla da Nord a Sud e viceversa, significa quasi sempre  transitare sulla E6; non per Paolo, profondo conoscitore delle strade scandinave e norvegesi in particolare.
Per l'occasione propone una deviazione che, pur allungando il percorso, consente vedere anche altro rispetto a quello che già conosco.
Poco prima di aver rifornito le moto di carburante allo Statoil di Bierka, scorgiamo appostati all'interno di un casottino per l'attesa dell'autobus 2 poliziotti muniti di telelaser che controllano la velocità dei veicoli transitanti (limite del tratto 80 km./h), ci ricordiamo di colpo che è bene tenere sotto controllo la manetta perché, anche se le ns. moto non sono molto perforanti, superare i limiti norvegesi è molto semplice ma anche molto costosa per le ns. finanze se beccati in torto.
In loc. Korgen viriamo a sinistra ed imbocchiamo una bella strada che porta in montagna, la 806; 22 km. di puro godimento con passaggi quasi come le ns. strade appenniniche; subito dopo un'altra strada, stavolta senza numero in quanto presumo secondaria, congiunge il ns. andare sulla n. 73 che proviene dalla vicina Svezia ovvero da Tarnaby.
Tagliamo un altopiano occupato per gran parte da un lago che attraversiamo, in un punto in cui si restringe, tramite un ponte.
Per vaga somiglianza sembra si essere a Campo Imperatore senza però il massiccio del Gran Sasso.
La strada è molto godibile e sopratutto senza traffico all'infuori di pochissime auto presumo di indigeni.
Trofors è la cittadina che consente il nuovo ritorno sulla E6 e velocemente scivoliamo a Sud sino alle porte dell'insediamento abitato di Namsskogan dove, al Nyheim Camping, otteniamo alle 17:45 dalla Sig.ra Rijna, una spaziosa Hytter completa di tutti i servizi per 500,00 Nok in contanti contro le 750 inizialmente richieste.
Anche in questo caso riesco a far valere la ragione del vil denaro in contanti per la soddisfazione della ns. cassa comune in corone norvegesi.
La giornata serena è stata propizia e seppur con 2 traghettamenti ed una lunga sosta per un cantiere sulla 17, per la percorrenza si attesta a 410 Km. che fanno balzare il progressivo a 3801 Km.
A questo punto non ci interessa più fare i Km. quanto goderci i panorami che questo magnifico paese sa donare; le previsioni meteo restano ancora favorevoli e la sera subito dopo la cena abbozziamo insieme un'idea di percorso per più strade montane possibili sino a Kristiansand.
Durante la solita passeggiata serale il passaggio rumoroso di un lunghissimo treno merci, dall'altra parte della sponda del fiume Namsen, mi segnala che sono arrivate le 22:30 ed è ora di andare a riposare.  
I guai meccanici ed elettrici a Regina sono solo un ricordo ed il godimento del viaggio è già da un paio di giorni che ha trovato la sua costante presenza nella mia mente e nel mio animo ora finalmente sereno. 
Me lo ripeto prima di addormentarmi e mi sento pienamente in forma. Credo infatti di assaporare l'effetto della consapevolezza che questa parte del viaggio altro non è che la contemplazione del panorama stupendo e variegato della Norvegia; il silenzio all'interno della casetta in legno amplifica la sensazione di benessere che si era finalmente appropriata della mia persona; è quello che in fondo cercavo di vivere e condividere con Paolo.




Sabato 07 Giugno 2014 - Oggi la partenza avviene leggermente prima del solito, alle 6:30 muoviamo le ruote fuori dell'area del campeggio e dopo sole poche centinaia di metri a destra, sullo spiazzo pubblico posto al centro del minuscolo abitato di Namsskogan, un simpatico cartello stile Narvik, stavolta più semplice e di color bianco, riporta su tante frecce i nomi di città con relative distanze indicandone la direzione. Ovvia  e scontata posa di rito per la foto e subito in sella per scendere ancora più a Sud tramite la E6.
Il meteo è ancora favorevole, sono tuttavia previsti addensamenti sparsi di una certa entità, specie nelle alture centrali della nazione durante le ore più calde della giornata.
La seconda sosta, concomitante con l'ulteriore colazione mattutina, avviene contestualmente al rifornimento carburante presso lo Statoil di Steinkier.
La mattina scorre veloce lungo una trafficata E6 specie nell'attraversamento dell'area della città di Trondheim; è sabato e molti si muovono per raggiungere i posti di villeggiatura del fine settimana.
Altre brevi soste avvengono sempre lungo la E6 che non lasciamo praticamente mai sino a Dombas, su cui piombiamo dall'alto tramite uno dei più bei tratti montani della strada più importante della Norvegia. Nel primissimo pomeriggio ci fermiamo al centro del paese; più precisamente nel grande parcheggio della zona commerciale posta nei pressi dell'incrocio con la E136 che solca la valle del torrente Rauma diretta ad Andalsnes ovvero verso l'Oceano Atlantico.
Nel piazzale, posto frontale, si erige un negozio che già conosciamo bene, è stato già nel 2011 il ns. fornitore di ricordi e souvenir, specie dei pupazzetti che raffigurano i famosi Troll.
Quelli originali e veri norvegesi sono riconoscibili perché recano attaccato sul retro un piccolo opuscolo con scritto "Original My Form Troll"; è un piccolo libricino che illustra i vari modelli e le caratteristiche costruttive, in pratica il sigillo di garanzia e qualità.
Il loro costo quest'anno è particolarmente elevato e mi limito a prenderne solo uno per la mia famiglia.
Agli amici prendo invece altri souvenir di più basso costo ma di altrettanta simpatia (spero).
Il negozio invita a fare incetta di oggetti e occorre trattenersi per non spendere tutto il budget definito per il viaggio. Dopo aver fatto compere sistemiamo senza fatica gli oggetti nelle valigie di Regina che ormai sono divenute capienti visto che le provviste alimentari erano state in parte consumate.
Gustiamo un bel gelato Magnum acquistato al limitrofo supermercato e cerchiamo di capire dove si imbocca la strada secondaria che porta alla strada sterrata di Vagamo.
La sterrata di Vagamo era stata percorsa 3 anni prima ma in senso opposto ovvero in direzione Dombas; stavolta occorreva percorrerla all'opposto e non ricordavo bene dove incrociammo la E6.
Anche Paolo aveva dubbi in quanto l'aveva percorsa sempre in direzione Nord e mai verso Sud.
Chiediamo ad una coppia di mezza età in attesa dell'autobus e capiamo subito le indicazioni fornite.
Dopo esserci dissetati ripartiamo per raggiungere l'inizio della sterrata; subito svoltiamo a destra poco prima di lasciare il paese e transitiamo parallelamente alla sponda di valle ovvero sinistra del torrente Rauma; praticamente all'opposto della bella E136 che, nel 2009, percorsi assieme a Marinella.
Una dozzina di Km. di strada catramata stretta portano all'incrocio segnalato con un piccolo cartello giallo indicante "Vagamo"; la secca svolta a sinistra anticipa una corta rampa di ascesa per lo sbarramento di inizio sterrata.
La novità rispetto  a 3 anni prima è che occorre pagare un pedaggio di 50 Nok  a testa ed è possibile evaderne il costo con le monete di metallo (che non abbiamo a sufficienza) o con la carta di credito.
Striscio la mia ed esce subito fuori il ticket attestante il pagamento; ripeto l'operazione per pagare anche il ticket di Paolo ma non esce nulla e l'operazione è rifiutata; altri 2 tentativi con la mia Carta Visa e ben 3 con quella di Paolo non consentono il rilascio di nessun scontrino.
Il passaggio di Regina era stato già compiuto, infatti la sbarra si era alzata e la moto era stata spinta oltre lo sbarramento.
Con la Basic siamo costretti ad aggirare un grosso masso, posato di lato ad impedimento del transito, facendola scivolare delicatamente entro la scolina dell'acqua piovana e, dopo ave aggirato la sbarra, veloci in salita  spingiamo per riportarla entro la ghiaiosa sede stradale.
Il tutto sotto la visione di un paio di telecamere che "sfidiamo" senza aver pagato il ticket oppure, e questo potrebbe essere probabile, avendolo pagato ripetute volte; la lettera mensile della CartaSi svelerà più avanti l'arcano.
La tratta di sterrata, lunga circa 30 Km. è un paradiso di strada ben messa, utilizzata da allevatori locali per spostare le mandrie di mucche al pascolo.
Ogni tanto qualche insediamento di seconde case che sono aperte con persone all'esterno a sistemare.
Il cielo andando avanti verso l'altopiano di sommità inizia a farsi carico di nuvole e minaccioso; non ce ne curiamo e filmiamo con le Action Cam il ns. transito sempre garbato sulla sede stradale che risulta sempre ben sagomata e livellata.
Nel tratto finale però occorre indossare gli indumenti protettivi per la pioggia; infatti una precipitazione di media intensità per un 10/15 minuti interrompe il ns. viaggio sotto il cielo sereno che solo il sabato antecedente (8 giorni) aveva visto la pioggia.
La sterrata termina come ben ricordavo frontalmente all'Hotel di Vagamo ed imboccata la Strada 15 in direzione Ovest ben presto raggiungiamo Lom dove per prima cosa riempiamo i serbatoi delle moto.
Lom ci accoglie con il sole ma un cielo nerissimo a Nord-Ovest sembra venirci incontro con il suo abbondante carico di pioggia.
Malgrado affrettiamo le operazioni di registrazione al Lom TouristSenter non riusciamo a raggiungere la Hytter assegnata senza un bell'acquazzone che ci sorprende mentre stiamo spingendo le moto per percorrere i 50 metri che separano la reception dalla casetta n. 12 assegnata.
Pazienza, del resto avevamo già addosso l'antipioggia; probabilmente è stata la quantità di acqua piovana più grossa presa in tutta la vacanza.
Come tutte le sere, senza le mie ciabatte perse in Lapponia, sono il primo che esegue la doccia profittando di quelle di Paolo; la serata ben presto si rimette e dopo la consueta cena autogestita, un meteo molto più favorevole consente una passeggiata serale lungo il torrente che divide in 2 la cittadina; è un bel respirare l'aria pulita che scende dai limitrofi monti e bellissimo il cielo che assume colori sfumati al calar del sole dietro le cime.
La percorrenza odierna si ferma a 557 Km. totalizzando, dalla partenza in Danimarca, 4358 Km. di itinerante girovagare scandinavo. 




Domenica 08 Giugno 2014 - Spesso nei report di altri mototuristi che rappresentano la loro esperienza norvegese si vedono immagini e si leggono parole e frasi sui luoghi più turistici e molto conosciuti;  sono senza dubbio luoghi fascinosi  e dall'indubbio appeal.
Noi contrariamente alla tentazione di continuare la strada 15 in direzione Stryn con a portata di mano la 63 per Geiranger e la Strada delle Aquile, imbocchiamo alle 6:45 di un mattino assolato e festivo la Strada Turistica Nazionale n. 55 che porta a Sogndal, bella cittadina in riva al fiordo più grande di tutta la Norvegia.
La Strada era stata già percorsa per tutto il suo sviluppo nel giugno 2009 assieme a Marinella; rimasi molto colpito dalla quantità di ghiaccio che ancora nascondeva le azzurre acque dei laghetti ai margini della bellissima strada montana.
Anche stamane il ghiaccio è presente ma molto più discretamente, il manto nevoso a bordo strada non è spesso come 5 anni addietro ed i panorami, ben illuminati dal sole, nei vari altopiani di sommità sono incantevoli.
La strada presenta tratti in ascesa di un certo impegno e sopratutto un manto stradale perfetto con tracciato sinuoso e curve dal raggio costante che consentono una vera goduria per la conduzione della moto, specie queste obso che preferiscono la guida rotonda e regolare.
Una mattinata di puro godimento pertanto che trova una costante amplificazione anche quando decidiamo, in loc. Turtagro, in un tratto in discesa che, poco più avanti, piomba direttamente alla fine del Sognefjord, di interrompere la ns. presenza sulla 55; svoltiamo infatti alla ns. sinistra per arrampicarci sul monte di lato tramite la sconosciuta Strada Tindevegen.
Eccellente il tracciato che ci porta subito in sommità ad un non meglio precisato passo ed il panorama continua a stupire con montagne su tutti i lati e sopratutto forme di vallate e increspamenti delle pareti verdeggianti e fitte di vegetazione; un ani particolare rapisce il ns. vedere, è il pendio che termina sul mare del Sognefjord nel suo lato a Sud e che stiamo tagliando parallelamente sulla cresta del monte che lo sovrasta.
Ovre Ardal segna la fine di questo primo tratto di strada montana posta accentro Norvegia che consigliamo percorrere anche se poco prima di entrare in paese uno sbarramento obbliga il pagamento di un corrispettivo pari a 75 Nok a passaggio equivalenti a circa € 9,00.
Paghiamo ben volentieri il ns. transito felici della scoperta di un tratto sconosciuto ai più ma fascinoso e bello da guidare.
Una sosta meritata peer scambiare impressioni e compiacersi della scelta fatta che già ci troviamo conn la cartina in mano per decidere che strada prendere; ho voglia di ubriacarmi di curve emantagne e propongo aPaolo chiedendone consiglio un largo giro che ci conduca sino a Laerdal che se vogliamo raggiungere subito dista solo 45 Km.
Propongo pertanto di scendere aSud Est tramite la 53 e poi la E16 sino a Fagernes per poi scavalcare il monte della regione di Valdres tramite la 51 per arrivare a Gol.
Da quest'ultima cittadina la Strada 52 in direzione Nord Ovest ci ricondurrà ad incrociare la E16 e quindi l'arrivo a Laerdalsoyri. Paolo acconsente e mi dice che son belle strade collinari che sembrano fatte apposta per la conduzione delle ns. moto.
Il percorso proposto per pura e semplice curiosità di scoprire qualcosa di diverso si rileva un tracciato molto gustoso e molto variegato per tipologia di paesaggio che spazia dalla colina alla pianura coltivata, dal bosco alle rive di laghetti e torrenti; insomma una domenica alla grande.
Come anticipato concludiamo la ns. tappa a Laerdal a metà pomeriggio in maniera che evitiamo un bell'acquazzone minaccioso che scende repentinamente  a valle dalle pendici del gruppo montano del Skarvheimen.
Il Laerdalsoyri Ferie og Fritgspark è un camping è molto grande ed attrezzato ma poco incline alla scontistica che stavolta ns. malgrado non riesce.
Pazienza, paghiamo le 795 Nok richieste comunque felici, un vasto monolocale che stimo in 70 mq. tutto per noi con servizi e cucina nuovissima,  a tal proposito segnalo che è qui che filmiamo con ben 2 macchine la cottura della ns. pietanza ufficiale: pasta asciutta con ragù.
La sera, come consueto la passeggiata nei dintorni del camping ci conduce al piccolo porticciolo che si affaccia su un ramo secondario del Sognefjord ovvero l'Ardalsfjorden; successivamente arriviamo sino al punto di imbarco di un traghetto che oggi sembra dismesso che attracca dall'altra parte del fiordo, ovvero a Kaupanger.
La telefonata ai ns. cari, oltre ai consueti saluti ed informazioni sullo sviluppo della giornata, notizia circa una possibile conclusione del viaggio che, pur non ancora individuata, inizia a mostrare un probabile rientro anticipato di un giorno; quello che lasciamo sempre di riserva per eventuali sopraggiunte necessità; di questo i rispettivi affetti, a casa in Italia, son compiacenti.  
Oggi i Km. sono 381 che sommati a quelli già percorsi totalizzano un progressivo di 4739 Km.




Lunedì 09 Giugno 2014 - Di buon mattino, come nostro consueto, lasciamo il bel camping di Laerdalsoyri alle 7:00, siamo in riva al mare e ci aspetta una ascesa per superare le alture di Nord Ovest del gruppo montuoso del Skarvheimen che avevamo solcato a mezza costa il giorno antecedente tramite la Strada 52.
Due le possibilità per superare la catena montuosa: la veloce e dritta E16 che però con un lunghissimo tunnel di Km. 24,5 nasconde tutto panorama montano e la più invitante e turistica Strada 243 che prendiamo con una virata a sinistra secca in prossimità del minuscolo caseggiato di Saebo (4/5 case in tutto).
Il primo tratto è una strada strada catramata con vari tornanti che sale anche con pendenza impegnative "abitata" di primo mattino da numerosi gruppetti di pecore ed agnellini che scappano al ns. transito mentre le madri osservano quasi incuranti della ns. presenza.
La strada in questo primo tratto risale la stretta valle solcata alla ns. sinistra da un torrente impetuoso, l'Erdalkselvi; qualche tratto posto vicino allo scorrere dell'acqua presenta il fondo bagnato e nuvole di vapore acqueo freschissimo che inumidisce molto bene.
Ad un tratto un capriolo mi attraversa la strada ed entra nella boscaglia, non fugge del tutto ma si ferma a circa 10 metri dalla seda stradale, è protetti dai fusti delle piante e mi fissa.
Cerco di prendere la macchina fotografica ma il mio spostare le mani verso il pozzetto del serbatoio inducono l'animale  a scappare più all'interno, vedo il ciuffo di pelo bianco del fondoschiena dell'animale allontanarsi e sparire inghiottito dallo scuro della rigogliosa flora ed in fondo mi compiaccio, ho infatti nei miei ricordi quello sguardo impaurito ma al contempo incuriosito dell'animale.
Più avanti salendo lo spazio intorno a noi si amplia e un nuovo paradiso montano si apre ai ns. occhi.
Le piante lasciano il posto a muschi e licheni; rocce affioranti, laghetti ancora in parte ghiacciati.
Il passo è un lungo altopiano che sinuosamente sale e scende per poche decine di metri di altitudine per una ventina di Km. poi la strada inizia a scendere di nuovo verso il mare e a mezza costa dopo qualche tornante uno spiazzo richiama la ns. attenzione.
E' ben indicato il punto panoramico che giudico fra i più belli che abbia mai visto in Norvegia.
Parcheggiate le moto ci incamminiamo verso una balaustra in legno che a sbalzo nel vuoto ci porta quasi sin sopra al paese di Aurland e frontale da destra il lungo Aurlandsfjorden rapisce e stupisce il ns. sguardo.
Una bellezza unica forse anche meglio della vista sul Geiranger tanto pubblicizzata; foto di rito e filmati per non perdere l'emozione del momento.
Il paesino di Aurland è sotto di noi e i nostri occhi improvvisamente diventano quelli di un rapace che dall'alto fermo scruta in basso la preda che per noi consiste nel particolare da individuare da scoprire da fissare. Una mezz'ora magnifica che vale da sola probabilmente tutta la strada percorsa.
Scendiamo in paese già sapendo come è sviluppato avendolo ben studiato dall'alto; sosta rifornimento con il pieno alle moto e tiriamo dritti sino a Flam dove Paolo approfitta per acquistare qualche regalino ai nipoti.
Molta gente orientale a giro fra il punto di attracco di un enorme nave da crociera e la partenza del caratteristico trenino per Myrdal.
Lasciamo la turistica e battuta Flam tornando sui ns. passi sino Aurland per poi continuare verso Est, ovvero l'interno  tramite la Strada 50 sino all'abitato di Hol e poi a sinistra per Geilo dove imbocchiamo un'altra perla di Strada, la n. 7 anch'essa Turistica Nazionale.
Sale anch'essa in quota ed anch'essa presenta un altopiano di sommità sconfinato, a differenza delle altre già percorse è molto più trafficata perché congiunge la capitale Oslo con Bergen.
A Geilo, prima di transitare sulla 7, la sosta pranzo sul piazzale di un grosso supermercato; arriva nel frattempo un giovane tedesco con un 100PD simile a Regina, è un modello del 1989 quindi ha 3 anni in più e presenta modifiche all'impianto di scarico significative: la Y ed un non meglio specificato terminale di scarico le donano un sound cupo e "minaccioso" contrariamente all'aria paciosa che la moto evidenzia esteticamente. Parcheggia di fianco e tolto il casco si complimenta con me e con Paolo per la scelta di viaggiare con le obso; ci chiede in inglese se siamo partiti dall'Italia con le moto e confessa che pensava fossimo tedeschi.
Gli rispondo che siamo invece Italiani veri al 100%, tutta pizza e mandolino; abbiamo trasportato le moto sino la Danimarca con il carrello lungo la A7 tedesca; "Ah" esclama quasi a compiacersi e comunque ci rinnova i complimenti.
Lui è diretto a Bergen e lo rincontreremo più avanti in occasione di una mia fermata per scatti fotografici ad una cascata lungo la Strada 7 che percorriamo in brillantezza e scioltezza.
Riscesi di quota, quasi a livello del mare, lontano intravediamo un lunghissimo ponte che appare frontale ai ns. occhi; è quello che collega la sponde Sud e Nord dell'Hardangerfjorden in direzione Voss; prima il mare era superato tramite un traghetto dalle frequenti corse giornaliere.
L'opera è mastodontica, due enormi colonne poste sulle rive delle dell'insenatura marina salgono in cielo e sorreggono la campata unica di attraversamento.
In cima le luci lampeggianti segnalano la presenza dell'opera stradale; seppur da lontano fa impressione ammirare questa realizzazione di altissima ingegneristica stradale.
Ormai abbiamo lasciato la 7 e transitiamo, sulla sponda sinistra del Sorfjorden diretti a Odda, sulla Strada 13.
A tratti è strettissima e l'incrocio con qualche camper e/o autobus rallenta in ns. andare.
Prima di Odda ci fermiamo per un gelato che gustiamo a Lofthus sui tavoli esterni di un distributore carburanti: un bel Magnum rinfresca la gola visto che la temperatura è nel frattempo salita inducendoci a togliere una strato di maglieria.
Latefoss la splendida cascata vista anche le altre volte ci induce all'ultima breve sosta della giornata consumata poco prima si svoltare a sinistra sulla E134 in località Josendal.
Pochi Km. in salita con qualche tunnel ed eccoci arrivati alle porte di Roldal dove al Sein Camping troviamo la recepito chiusa ma molte indicazioni su come fare per sistemarci.
Vari cartelli scritti in varie lingue tranne l'Italiano indicano che la Reception apre alle 19:00; se vogliamo una Hytter le istruzioni sono chiare: sono aperte e quelle libere recano l'indicazione free in legno sulla porta. Possiamo anche impegnarne una lasciando un biglietto con scritto il nome oppure sistemarci direttamente girando il cartello.
I prezzi, in funzione alle caratteristiche e servizi presenti, sono scritti su un elenco che evidenzia anche la posizione delle medesime nell'area del camping.
La n. 8 che farebbe meglio al caso ns. è purtroppo occupata o per meglio dire prenotata, allora ci sistemiamo sulla 7 che è più costosa di 100 Nok avendo bel 6 posti letto suddivisi in 2 camere.
La Hytter ha un grande locale a giorno con angolo cottura ed un enorme infisso in legno e vetro che consente una luminosità eccellente; un piccolo ingresso disimpegno con appendiabiti e il locale bagno doccia completato la struttura singola che è raggiungibile tramite uno stradino ghiaioso.
Le altre Hytter non sono vicinissime e quindi abbiamo a disposizione anche un notevole spazio esterno per le moto.
Alle 19:00 puntuale mi affaccio alla reception per saldare il dovuto e, dopo le operazione di registrazione di altri 2 clienti, provo senza molta convinzione avendo già preso possesso della Hytter, l'applicazione di un piccolo sconto.
La Sig.ra non sembra disposta e rimane perplessa, poi mi chiede quanti siamo nella casetta, le rispondo che siamo 2 squattrinati italiani alla fine della vacanza e che la vita cara norvegese ci ha sorpresi erodendo le ns. finanze in maniera sorprendente.
Mi chiede i documenti e mentre registra vede che son di Perugia; mi chiede se vivo a Perugia e mi dice di essere stata ed Assisi, Lago Trasimeno, Spoleto etc… insomma dalle 750 Nok di partenza riesco a tirarne giù 100, ovvero pago 650 Nok per una delle più belle Hytter mai prese in Norvegia.
Un sorriso di saluto ricambiato dalla Signora e torno felice verso la Hytter comunicando a Paolo l'insperato sconticino; nulla di che ma sempre un "successo" spendere qualcosa in meno.
La solita serata, con una passeggiata di ampio respiro in riva ad un lago posto più  a valle del camping ed i discorsi che iniziano inesorabilmente  a fare un bilancio di quanto vissuto nei giorni antecedenti.
Siamo arrivati infatti quasi al capolinea della ns. vacanza, il ns. viaggio è quasi in dirittura di arrivo almeno quello con le moto.
La tappa definisce una percorrenza di Km. 380, il parziale supera i 5000 Km attestandosi per la precisione a Km. 5119.





Martedì 10 Giugno 2014 - E' praticamente il ns. ultimo giorno di viaggio trascorso solo per metà giornata sulla Strada 9 che da Haukeli porta a Kristiandsand.
L'avevo percorsa anche le altre 2 volte che ero stato in Norvegia, la prima nel 2009 a sscendere come oggi e la seconda nel 2011 a salire. La sua conosciuta bellezza conferma le aspettative: la più bella via di accesso alla Norvegia dopo un traghettamento, forse possono competere la 20 e 21 che corrono a Est lungo il confine fra la stessa Norvegia e la Svezia, precisamente i tratti fra Halden e Kongsvinger.
Stamane partiamo alle 7:30, è insolitamente tardi per noi che ci svegliamo sempre alle 5:30; il bagaglio è riposto lentamente e poche parole escono dalle ns. bocche; realizziamo entrambi che il bello sta per terminare ma vogliamo goderci un'ottima giornata di sole che illumina subito il breve percorso della E134 sino alla sosta presso il distributore carburanti di Haukeli.
Stavolta non riempiamo i serbatoi ma rabbocchiamo quel tanto che basta in base ai calcolo fatti per arrivare a Frederikshavn in Danimarca una volta sbarcati dal traghetto.
La discesa verso Kristiansand è lenta e contemplativa, foto parecchie riprese con el Action Cam ne interrompono il ritmo; è quasi un delitto ma vogliamo ricordarcela bene.
Sosta per l'acquisto della più recente edizione 2014 della carta stradale norvegese della Cappelens Cart (le migliori) ad Evje, spuntino, spedizione dell'ormai inusuale cartolina ricordo alla famiglia ed arrivo al terminale della Fjordline per l'acquisto del biglietto necessario alla corsa dell'indomani mattina del traghetto veloce.
La giornata è organizzata per prendere una Hytter nel primissimo pomeriggio in maniera da riposare visto l'impegnativo rientro nel suolo italico con l'auto trainante le moto sul carrello.
Alle 14:00 prendiamo possesso di una Hytter da sogno al lussuoso Feriesenter Camping di Kristiansand, ubicato ad Est della città su un piccolo e grazioso promontorio che si adagia sul mare lateralmente al porto; vediamo infatti anche dalla ns. Hytter le partenze e gli arrivi di vari traghetti che transitano comunque abbastanza lontani dagli scogli della riva.
Ottengo un prezzo abbastanza scontata non in termini percentuali ma cospicui in valore assoluto.
Paghiamo infatti 900 Nok dalle 1240 richieste  a listino. E' abbastanza costoso ma lo spazio ed il lusso disposizione ci fanno metabolizzare senza rimpianti quanto speso.
Prepariamo il bagaglio in funzione del trasferimento autostradale con l'auto; calcoliamo bene i tempi di rientro comunicando date e orari ormai definiti alle rispettive famiglie, gustiamo il solito gelato pomeridiano splendendo 48 delle 50 Nok residue della cassa comune in valuta norvegese.
Camminata in campeggio, insolitamente non molto pieno vista la stagione vacanziera che nel nord europa è ormai a pieno regime, cena, l'ultima preparata sui fornelli e nanna sul presto.
I km. oggi si fermano a 312 portando il progressivo alla somma parziale di Km. 5431.




Mercoledì 11 - Giovedì 12 e Venerdì 13 Giugno 2014 - Lasciamo il suolo norvegese alle 8:00, non appena il traghetto della Color Line diretto ad Oslo salpa dal porto e lascia lo spazio ai veicoli che intendono salire sulla veloce nave della Fjordline che in sole 2 ore e 30 minuti, esattamente 1 ora in meno della compagnia di concorrenza, ci porta a Hirtshals in Danimarca.
La mattina ha il sole come protagonista, le previsioni sono per uno sbarco danese con altrettanto cielo sereno; la traversata, liscia, tranquilla e senza particolari problemi scorre via veloce; voltandomi verso la poppa del veloce traghetto, la costa norvegese si allontana dal mio orizzonte sino scomparire.
Hallo Norwey, spero di rivederti presto penso ed esamino in breve il bel viaggio appena compiuto.
Il costo del traghettamento ammonta all'equivalente di € 80,23 per due persone ed altrettante moto; ricordo che 3 anni addietro la stessa tratta, percorsa al contrario, costò in esatta configurazione la somma di  € 64,00; un aumento forse giustificato dall'aumento del costo generale della vita e del carburante che ricordo bene in Norvegia si trovava intorno alle 13/14 Nok contro le 16,00 abbondanti in media di questo periodo; vale a dire l'equivalente di 24 cents. di Euro in più al litro.
Sbarchiamo in Danimerca in perfetto orario e siamo fra i primissimi  a scendere, con le ns. moto, dal Traghetto. Nessun controllo, tutto libero, possiamo prendere indisturbati la E39 sino all'uscita di Hjorring e quindi svoltare alla ns. sinistra sulla Strada 35 che ci conduce ad un'assolata Frederikshavn dove, all'interno del bel campeggio, troviamo ad attenderci la Golf di Paolo.
65 i Km. oggi percorsi, di cui 12 in Norvegia; in totale il viaggio in moto è stato concluso in Km. 5496 riferiti al totalizzatore del 100PD; la Basic invece riporta qualcosa in più, precisamente 17 Km. per un suo totale personale di Km. 5513.
Caricamento e fissaggio delle moto sul carrello, una rinfrescante e rigeneratrice doccia calda, vestizione e partenza pomeridiana per la lunga tappa autostradale di rientro a casa; questo per sommi capi la ns. permanenza di poche ore, circa 3, nel camping.
Partiamo infatti da Frederikshavn verso le 14:15 dopo esserci riforniti di acqua, cioccolato, banane, uova sode (cotte di prima mattina stessa in Norvegia) e biscotti per spegnere sul nascere la fame che verrà  a trovarci durante il lungo viaggio; abbiamo intenzione infatti di non appesantirci troppo con il cibo e preferiamo fare ripetuti spuntini di esigua quantità.
Traversiamo la Danimarca  e successivamente la Germania sulla A7 senza problemi; una notte luminosa di luna piena accompagna lo scorrere prudente dell'auto;  una volta raggiunta l'Austria la 179 ci conduce al Fern Pass, è metà mattino e riempiamo i serbatoi delle moto per avere la stessa configurazione della partenza; profittiamo del prezzo favorevole anche per un pieno di carburante alla Golf di Paolo; calcoliamo in 15 € il risparmio ottenuto.
Per il rientro non percorriamo l'autostrada austriaca ma, in loc. Nassereith, proseguiamo alla ns. destra per Imst sulla 189 e poi ancora a destra, direzione Svizzera, sino ad arrivare a Landeck per la vecchia statale n. 171.
In paese svoltiamo a sinistra e con la 180 saliamo al Resia; entriamo nella ns. bellissima Italia intorno al mezzogiorno, sosta spuntino ed ammirazione del campanile entro l'acqua dell'invaso artificiale.
Stranamente e contrariamente alle altre 3 volte che l'ho visto, lo troviamo con un basso livello dell'acqua eppure le nevi suoi pendii rilevano una certa abbondanza di risorsa che scorre a valle dai rilievi che contornano il grande specchio d'acqua.
Scendiamo in una trafficata Valvenosta sino a Merano, alle cui porte inizia una scorrevole 4 corsie che consente in breve tempo arrivare a Bolzano per l'ingresso sull'Autostrada A22 "del Brennero".
Modena la ns. direzione e successivamente San Lazzaro di Savena dove, precisamente come all'andata, casa Bonazzi è la tappa interlocutoria per una serata in qualità di ospite di Paolo e Giovanna.
Accoglienza superba, cena da leccarsi i baffi con dell'ottima carne che mancava dalla ns. dieta già da 2 settimane e stanchezza accumulata che consigliavano un veloce ritiro nella stanza assegnata per una dormita sonora.
Il giorno seguente alle 8:00, quindi non prestissimo, ripartiamo stavolta con Giovanna a bordo per l'ultimo tratto necessario alla fine di tutto: Perugia dove io e le moto risediamo.
Una festa a casa con la famiglia in trepida attesa, una gioia l'essere tornato ed abbracciare i miei affetti ed amori più profondi; un pranzetto molto invitante ed il saluto pomeridiano a Paolo e Giovanna dopo aver calato a terra le moto dal carrello: è l'ultima azione, è il sipario sul compimento di questa avventura  grande ed unica.




Spese complessive sostenute in Euro (valuta del 12 giugno 2014):

01) Carburante auto (benzina) € 409,95
02) Pedaggi autostradali auto € 82,00
03) Sosta auto in camping danese € 66,66
04) Pneumatici moto Metzeler Tourance € 480,00 (n. 2 treni)
05) Tagliandi moto € 410,00 
06) Carburante 100PD "Regina" € 505,42 per litri 289,46 - percorrenza Km/l 18,98
07) Carburante Basic "La Preferita" € 494,40 per litri 282,89 - percorrenza Km/l 19,48
08) Riparazioni 100PD "Regina" € 60,00, in dettaglio:
      - Saldatura a stagno filo fase statore - loc. Kittila (€ 10,00 Stazione carburanti)
      - Riparazione cavo frizione e fornitura cavi di scorta - loc. Inari (€ 50,00 T Linna)
09) Rabbocchi olio motore Motul 20W50 gr. 400 circa, in dettaglio:
      - 100PD "Regina" gr. 300 in 2 rabbocchi
      - Basic "La Preferita" gr. 100 in un unico rabbocco
10) Traghetti € 182,63, in dettaglio:
      - Andata Stena Line - tratta Frederikshavn-Goteborg € 102,40
      - Ritorno Fjordline - tratta Kristiansand-Hirtshals € 80,23
11) Traghetti interni norvegesi € 48,41
12) Pedaggi strade sterrate norvegesi € 30,56
13) Ingresso Nordkapp € 39,12 (ingresso cinema escluso)
14) Camping € 859,46, in dettaglio:
      - Svezia € 157,33 per 2 notti - media € 78,675
      - Finlandia € 130,00 per 2 giorni - media € 65,00
      - Norvegia € 572,13 per 7 notti - media € 81,73
15) Alimenti € 253,85 (compresi € 55,00 di provviste portate dall'Italia)




Considerazioni e riflessioni finali: 


Non mi sono mai posto il pensiero circa l’affidamento della Basic a Paolo; avevo sempre elaborato che la “Preferita” fosse la moto che avrebbe tenuto sino alla fine della sua carriera motociclistica, invece, contrariamente al previsto, ne ero divenuto proprietario e ben prima di quanto potessi mai immaginare.
E’ stato quindi naturale affidare il “Basic” all’Amico che l’aveva condotta sin dal suo primo giorno, che le aveva voluto molto bene al punto di chiamarla “Preferita”.
Il viaggio ha presentato tutti gli ingredienti giusti in dose quasi ottimale: le moto desiderate, volute, sognate; la compagnia del migliore Amico; la costante presenza di Giorgio; le strade preferite; la regione lappone tanto amata e solo lambita nella sua parte meridionale con le prime 2 mete purtroppo non raggiunte; infine Nordkapp.

Cosa può esserci infatti di più bello che vivere questa passione e questi valori.

Non credo che la vita mi presenti un’altra opportunità per rifare questo viaggio; infatti la mia volontà era per un viaggio unico (Only Return) che rimanesse tale, indelebile nei ricordi miei ed in quelli di Paolo, al quale spero essere stato, e continuare ad essere, un buon compagno nel segno della vera Amicizia. Qualche mio cedimento mentale poteva minare la pacifica e regolare convivenza; Paolo è stato un Amico vero, ha capito il mio stato e, in maniera discreta, mi ha “ricondotto” alla necessaria razionalità.

Quanto a te Giorgio son convinto che hai diretto ed orchestrato tutto dall’inizio; magari hai sorriso beffardamente degli inconvenienti e degli accadimenti occorsi; magari hai avuto “dispiacere” per non aver potuto partecipare fisicamente agli eventi; ma tu sai bene che hai “viaggiato” con noi, hai viaggiato con me e la tua Regina.

Giorgio, oltre al bene che ti voglio, che spesso manifesto e che non terminerà mai ed anche se la mia fragilità mi ha fatto stavolta vacillare; io ho un rispettoso ed attento ricordo per l’Uomo che sei stato e per l’Amico che sempre sarai.

Giorgio ti dico anche che la fine di questo viaggio rappresenta un arrivo per entrambi: essere riuscito a portarti Regina sulla scogliera di Nordkapp, frontale alla tua figurina, chiude un obiettivo prefisso da quasi 2 anni; chiude una crescente attesa, perché io ho sempre saputo che mi aspettavi.
Un percorso, oggi terminato, che mi farà sempre piacere rivivere e raccontare sino a che la mia mente, invecchiata, ne consentirà un solo piccolo, minuto ed esile barlume di ricordo; e sarà l’omaggio che ti porgerò, all’ingresso del Regno dei Cieli, mio caro Giorgio, quando anch’io varcherò quell’oltre che sappiamo mi aspetta ....

Oscar








Norge 2014 "The Only Return" Part 1

Norge 2014 "The Only Return" Part 2

Norge 2014 "The Only Return" Part 3

Norge 2014 "The Only Return" Part 4

Norge 2014 "The Only Return" Part 5 and final